Yoga: il vero e il falso

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Yoga: il vero e il falso

sintesi di Anna Orsini

Emina Cevro Vukovic  è l’autrice dell’articolo “Yoga: il vero e il falso” pubblicato sul n. 161 di Maggio 2022  della rivista Yoga Journal.

Gli studi sulla pratica dello Yoga che sono stati svolti, e si stanno ancora svolgendo, in molte università del mondo che riguardano la pratica Yoga, hanno portato ad un risultato piuttosto sorprendente. Il professor Luca Mori della Ca’ Foscari di Venezia, evidenzia la necessità di autenticità e di legittimità storica nella storia del Vero Yoga, perché molto di quello che pensavamo di sapere, a suo avviso, è falso.

Il ricercatore e docente Marco Passavanti, sostiene, ad esempio, che non esiste “lo Yoga” ma  vari tipi di Yoga che appartengono a gruppi diversi con idee e scopi diversi. Una delle idee portanti è “moksa” la liberazione dai samsara, il ciclo della vita, mort e rinascita, e tutti “gli Yoga” sono metodi per raggiungere questa liberazione. Lui insiste sulla necessità, per gli insegnanti di Yoga, di costruirsi una solida base culturale e conoscere a fondo anche il Buddhismo, per non incorrere in errori di interpretazione anche grossolani.

Ecco alcune credenze che gli studi accademici hanno messo in discussione. Intanto lo Yoga non significa “unione” ma semplicemente mezzo, strumento e disciplina. Le interpretazioni di questa parola millenaria sono molteplici e hanno dato origine a filosofie, metodi e discipline diverse. Il professor Mori lo ha definito una antropotecnica (un insieme di tecniche disciplinate e sistematiche per allenare e controllare la complessità del corpo/mente e riformare la consapevolezza verso una meta più elevata).

Attualmente gli studi tendono a porre la nascita dello Yoga tra il VI e il V secolo avanti Cristo. Nella vasta area situata tra l’attuale Pakistan e il Nord Ovest dell’India è stato rinvenuto tra molti reperti un antichissimo sigillo iconografico raffigurante Shiva, patrono dello Yoga.

Un’altra credenza non del tutto corretta è che lo Yoga sostenga che il corpo è il tempio del divino contrapposto alla cultura cristiana che tradizionalmente lo mortifica e lo disprezza.

Secondo Marc Singleton questa definizione del corpo come tempio del divino nasce in ambito protestante ed è stata poi fatta propria da alcune forme moderne di Yoga, così come l’origine mentale delle malattie, l’uso della preghiera affermativa per raggiungere la guarigione o il miglioramento delle condizioni di vita.

E’ ormai assodato che esistono yoga buddhista e yoga brahmanico e quello buddhista dovrebbe essere maggiormente studiato. Patanjali conosceva bene il Buddhismo e lo ha fatto proprio in molti punti del suo “yoga-metodo” come dimostra la lettura sinottica di alcuni testi della cultura buddhista comparata con quella degli Yoga-Sutra, condotta dal professor Marco Guogni.

Va ricordato che come non esiste un solo Yoga, non esiste un solo Buddhismo, ma una polifonia di voci buddhiste intente ad elaborare intrecci di concetti e pratiche al fine di conseguire il nirvana. Il ritrovamento di testi in lingua gandhari ha ulteriormente ampliato il quadro.