Yoga e meditazione nel bosco

sintesi di Anna Orsini

Linda Trotta è l’autrice dell’articolo “Yoga e meditazione nel bosco”, pubblicato sul n. 100  Agosto/Settembre 2021 della rivista Vivere lo yoga.

L’uomo nell’antichità viveva a contatto con le foreste. Gli alberi con molecole e oli essenziali – i fitoncidi – comunicano tra loro e rispondono in presenza di un attacco di virus, batteri e parassiti. Queste molecole captate dagli altri alberi permettono di sviluppare sistemi protettivi specifici.

Anche negli esseri umani il sistema immunitario interviene quando intercetta queste molecole, decodificando il linguaggio degli alberi.

In Giappone dal 1982 le attività di immersione nel bosco “Shinrin Yoku” vengono riconosciuti come programmi nazionali di sanità pubblica. I dati scientifici evidenziano che una giornata trascorsa nel bosco è in grado di incrementare del 40% le nostre cellule Natural Killer e due giornate consecutive fino al 50%. Questi valori si mantengono tali per circa una settimana.

L’immersione nella natura comporta la riduzione dei livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), della pressione arteriosa, del battito cardiaco e del glucosio nel sangue.

Un concetto centrale del Taoismo è il “Wu Wey” – vivere in armonia con la natura. La meditazione camminata e la pratica dello Yin Yoga ci connettono con questo concetto. E’ una pratica lenta di consapevolezza che, se svolta nel bosco, amplifica i suoi benefici e ci sintonizza con i cicli della natura.

Se appoggiamo le mani sul tronco di un albero possiamo quasi sentire scorrere la sua linfa. Mentre respiriamo l’albero ci trasmette la sua forza. Ad ogni atto respiratorio inspiriamo l’ossigeno che produce per noi ed espirando gli offriamo in cambio l’anidride carbonica che utilizza per le sue funzioni vitali. Uno scambio infinito di energia durante il quale le molecole dell’albero diventano lentamente le nostre. Tra noi e la natura vengono abbattuti tutti i confini.