Una terapia genica chiamata Yoga

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Una terapia genica chiamata Yoga

sintesi di Luisa Bafile

Agnese Codignola illustra in questo articolo, comparso su la Repubblica del 10 ottobre 2017, i complessi intrecci tra mente, sistema immunitario e sistema endocrino.

Si è scoperto negli ultimi anni, in vari studi, che la pratica costante dello Yoga modifica l’espressione del genoma agendo con un meccanismo epigenetico; un meccanismo, cioè, che non agisce sulla struttura della doppia elica del DNA, ma sulla espressione dei geni che essa contiene.

 In particolare, lo Yoga modifica l’espressione di un gene identificato come Nuclear Factor Kappa B (NF-KB). Questo gene regola l’accensione e lo spegnimento di più di 400 geni diversi, legati al meccanismo dell’infiammazione. In condizioni normali, il gene serve per attivare tutta la sequenza di eventi che, in risposta a uno stress, portano all’infiammazione, che è il meccanismo difensivo fondamentale dell’organismo. Questo gene risulta però più attivato nelle condizioni in cui ci si alimenta in maniera scorretta, si fa poco movimento, si fuma, si vive in condizioni di malattia o stress. Si crea in questo modo uno stato di infiammazione cronica con una iperattivazione del sistema immunitario.

Alcuni ricercatori
delle università britanniche di Coventry e Radbout hanno pubblicato su
“Frontiers in Immunology” una metanalisi (cioè un lavoro che mette a confronto
vari studi pubblicati e ne trae le possibili indicazioni comuni) che riguarda
alcuni studi condotti nell’ultimo decennio, con il coinvolgimento di più di 800
persone.

Si è evidenziato che la pratica dello Yoga modula l’azione del gene NF-KB attenuandone la reattività, permettendo in questo modo di prevenire alcune patologie o anche di curarne altre già manifestatesi. E’ stato rilevato, ad esempio, che in persone obese o sovrappeso, anche in assenza di altri interventi sulla dieta o sullo stile di vita, la meditazione abbassa stabilmente la glicemia a digiuno.

Altri studi hanno evidenziato che il cervello di ultrasettantenni che praticano Yoga da molti anni presenta una corteccia pre-frontale più spessa dei coetanei che non hanno praticato. Lo spessore della corteccia pre-frontale è in relazione con la comparsa di forme di demenza senile.

Questi effetti si manifestano con una pratica costante dello Yoga o di altre discipline corpo-mente. E’ quindi necessario intraprendere un percorso che dia tempo all’organismo di sviluppare gli effetti positivi e benefici.

Oltre alla ricerca di uno stile di vita sano, la pratica dello Yoga aumenta la consapevolezza dello stato di salute inducendo quei cambiamenti delle abitudini che rendono più sano lo stile di vita. Lo Yoga, dunque, se praticato con costanza e per lunghi periodi assicura benefici duraturi su cuore, cervello, apparato respiratorio e digestivo, oltre a più evidenti effetti positivi sulla elasticità di muscoli, tendini e giunture e sull’umore.