Trataka e Dharana

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Trataka e Dharana

sintesi di Daniela Barbieri

Sul n. 30 del febbraio 2010 della rivista “Vivere lo Yoga “ è apparso un interessante articolo che illustra i concetti di Trataka e Dharana, concetti che si ritrovano nello “Yoga delle otto membra” di Patanjali.
Dharana è definito come la capacità di concentrarsi e riuscire a tenere la mente ferma su un punto fisso. Patanjali parla anche di Dhyana che, invece, è vista come la capacità di fissare senza sforzarsi un punto qualsiasi.
Dharana e Dhyana per il grande maestro Patanjali sono due atteggiamenti complementari. L’uno serve all’altro e sono due degli atteggiamenti fondamentali per aiutarci nella meditazione.
Per la maggior parte delle persone all’inizio ci vuole molta volontà per concentrarsi e tenere la mente fissa e ciò ci riporta proprio al concetto di Dharana.
L’articolo offre anche una spiegazione linguistica della parola riferendo che la parola “Dharana” proviene dal verbo “dhar” che significa, fra l’altro, mantenere e tenere insieme. Questo è proprio ciò che si dovrebbe fare: mantenere la mente concentrata in un unico punto.
La mente, purtroppo, passa da un pensiero all’altro, sembra non fermarsi mai e questo rende molto difficile il compito di chi ha intenzione di dedicarsi alla meditazione. Sforzarsi poi di non pensare può provocare il risultato opposto.
Con la pratica del Dharana si impara a lasciare scorrere i pensieri, si ha la consapevolezza che ci sono ma non si presta loro attenzione. Non ci sofferma a capirli, giudicarli o chissà cos’ altro. Si impara a farli scorrere liberamente riportando subito l’attenzione a ciò su cui si è concentrati. In questo modo ci sarà una lenta ma costante diminuzione dei pensieri e questo andrà a beneficio della meditazione.
Ci sono molte tecniche di visualizzazione utili per focalizzare l’attenzione e l’articolo ci illustra proprio una di queste: trataka. Questa tecnica consiste nel fissare un oggetto fino a che gli occhi iniziano a lacrimare e ci costringe a chiuderli. A quel punto si deve tentare di mantenere la visualizzazione anche ad occhi chiusi con lo sguardo verso il sesto chakra.
Esiste un rapporto stretto fra mente e vista e fissare un oggetto può aiutare a focalizzare la mente. Trattenere poi un’immagine visiva ad occhi chiusi aiuta a tenere ferma la mente senza l’aiuto della vista. Si può dire, allora, che è importante fermare gli occhi per cercare di bloccare i pensieri.
In realtà sappiamo bene che gli occhi si muovono anche quando sono chiusi. Basti pensare a quando sogniamo e viviamo la fase che viene definita sonno REM. Trataka cerca di fermare gli occhi su un punto anche quando sono chiusi. Trataka, cioè la tecnica di immobilizzazione, possiamo farla con qualsiasi oggetto.
Un oggetto molto usato è la fiamma di una candela sia perché il fuoco ha di per sé un attrazione ipnotica, sia perché di solito la fiamma della candela rimane visibile qualche secondo anche dopo aver chiuso gli occhi. Concentrarsi sulla luce ha sicuramente un effetto benefico che induce alla calma stimolando così un’attenzione al nostro corpo interiore.
La pratica di trataka è semplice. Occorre trovare, in un ambiente in penombra, una posizione seduta comoda con la schiena dritta. Gli occhiali da vista, nel caso, si possono eliminare. Fare qualche respiro profondo ad occhi chiusi e poi aprirli e portare lo sguardo sulla fiamma.
Si può praticare trataka anche concentrando la nostra vista verso la luna o le stelle ma naturalmente dobbiamo essere in un luogo che ci permetta di vedere in maniera nitida il cielo sopra di noi e con la raccomandazione di effettuare l’esercizio in posizione seduta e non sdraiata.
Trataka è una tecnica yoga di purificazione. Agisce purificando gli occhi, migliorando la vista e rafforzando i muscoli oculari. Oltre a ciò, riuscire a praticare con costanza trataka può aiutare a sviluppare la chiaroveggenza, quella facoltà chiamata siddhi.

L’articolo si conclude esprimendo un giudizio estremamente positivo della pratica di trataka che l’autrice trova piacevole e semplice da eseguire oltre ad essere uno strumento molto importante per inoltrarsi nel cammino della meditazione.