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sintesi di Valentina Claudi

La rivista “Yoga Journal” pubblica sul n° 120 di febbraio 2018 un’intervista di Bice Mattioli a Paolo Subioli intitolata “Lo Smartphone, il tuo Maestro”. L’intervista evidenzia come l’evoluzione digitale contemporanea possa diventare un’opportunità se unita alla pratica della mindfulness.

Paolo Subioli, nel parlare dei contenuti del suo libro “Ama il tuo smartphone come te stesso” (Red Edizioni), fa una breve ricostruzione storica dell’evoluzione della mente umana, partendo dagli ominidi fino ai giorni nostri, evidenziando quanto il cambiamento attuale sia più radicale di altri periodi storici e di come l’utilizzo continuo di smartphone, per accedere a servizi come Google, Wikipedia e Whatsapp, incida fortemente sui nostri processi cognitivi.

Il suo punto di vista inserisce lo smartphone nel nostro cammino di liberazione, senza idolatrarlo né demonizzarlo, utilizzandolo piuttosto come una chiave per meglio capire la realtà e, per farlo, consiglia la strada della Mindfulness che aiuta a prendersi cura della nostra mente.

Nel libro, l’autore elenca ed illustra otto aree dei problemi che oggi dobbiamo fronteggiare a causa del digitale (analogia con l’ottuplice pensiero della filosofia buddhista), proponendo soluzioni positive per ciascuna di esse.

Le otto aree sono:

1) distrazione;

2) disincarnazione (dimenticarsi del proprio corpo quando siamo immersi in attività digitali);

3) iperattivismo;

4) ipernutrizione (sovraccaricare la mente di contenuti);

5) virtualizzazione del nostro mondo;

6) precarietà;

7) soluzionismo (pensiero diffuso che con il digitale si possa trovare ogni soluzione;

8) nudità (esposizione pubblica della nostra sfera intima).

Inoltre, l’autore introduce il concetto di “Karma digitale“, paragonandolo a quello di Karma della tradizione spirituale indiana. Ogni cosa che facciamo online lascia una traccia indelebile che provoca conseguenze per noi e per gli altri, e questo “Karma digitale” si manifesta in 3 forme: causa-effetto (ogni azione online ha conseguenze sulle quali non possiamo avere il controllo); eredità (non possiamo sfuggire alle conseguenze della causa-effetto anche a distanza di molto tempo o dopo la nostra scomparsa) e identità (i nostri dati personali se messi online restituiscono un’immagine di noi alla quale dobbiamo cercare di non attaccarsi).

Partendo da questo concetto di “Karma digitale” l’autore consiglia una particolare attenzione a quello che scriviamo o facciamo online, cercando di restare quanto più possibile consapevoli e presenti.