Si ricomincia

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Si ricomincia

sintesi di Anna Orsini

 Elizabeth Marglin è l’autrice dell’articolo “Si ricomincia” pubblicato sul n. 146 della rivista Yoga Journal.

Il covid 19 e i Lockdown che ne sono derivati hanno ostacolato, o addirittura mandato in frantumi, sogni, progetti e obiettivi che, inevitabilmente, facciamo quando si entra in un nuovo anno. Ne sono derivati stress e frustrazione, qualche volta disperazione. C’è tanta voglia di ricostruire, ricominciare, ma l’isolamento al quale siamo stati costretti ha, speriamo, portato un’occasione per riflettere meglio e di più. Forse qualcuno ha scoperto che gli obiettivi fondati su alcuni punti considerati fermi erano in fondo vacui e inconsistenti. Come fare dunque per creare risoluzioni sane, creative, energetiche e vincenti?

“Risoluzione” implica concetti come “allentare”, sciogliere”, “rilasciare”. Si tratta di un invito alla resa per liberarci più profondamente e scoprire, quindi, che la nostra felicità è inestricabilmente intrecciata al benessere degli altri e che i nostri obiettivi possono essere “più grandi di noi stessi”.

Un obiettivo che si riferisca a qualcosa oltre noi stessi ci farà crescere in resilienza quando si presenterà la tentazione di mollare. La connessione o un obiettivo compassionevole ci fanno trovare il sostegno necessario (amici, familiari, colleghi) quando ne avremo bisogno. Gli obiettivi fondati solo su noi stessi, o sull’immagine che abbiamo di noi, ci isolano, ci privano di risorse.

Secondo lo Yoga abbiamo bisogno di riformulare i nostri obiettivi come pratica continua di Sankalpa (intenzione – San = nato dal cuore, Kalpa = dispiegarsi nel tempo).

Nello Shiva Sankalpa Suktam – inno del Rig Veda – il Sankalpa è descritto come “ il mezzo con cui un uomo che vuole fare del bene può farlo”. Per esempio, per creare una pratica costante di meditazione dovremmo seguire un piano d’azione, articolato in cinque parti:

  • Arrendersi ( iswarapranidaya)

Per esempio, chiedere alla propria anima “cos’é essenziale diventare o ottenere per realizzare il proprio scopo più elevato?”. Una risposta può arrivare da una mente tranquilla, da quanto in noi si senta in armonia con la totalità dell’Universo, in sintonia con la vita, tra le braccia della Vita. Il nostro desiderio profondo è di salute, guarigione, riposo, comunità, appartenenza, risveglio, illuminazione. E’ il momento della resa.

  • Indagare ( atma vichar)

Il secondo passo nel creare un Sankalpa è trasformare il desiderio in una intenzione chiara. Chiarezza nelle parole e nelle azioni che diano vita al desiderio. Porsi domande chiare sul proprio desiderio per giungere a risposte chiare. E’ da tale chiarezza che le risposte risuoneranno in noi stessi. Fedeltà nella direzione in cui ci stiamo muovendo, al ritmo e a ciò che più si adatta a noi.

  • Impegnarsi (Tapas)

Mantenere la determinazione è arduo. Tapas è la disponibilità al sacrificio al servizio della trasformazione. Può essere un ottimo alleato nell’umile costruzione di abitudini virtuose che consentono di mantenere i nostri impegni verso noi stessi. Occorre molta forza di volontà per confermare la stessa decisione giorno dopo giorno finché  non si raggiunge il grado di abitudine.

  • Perseverare ( abhyasa)

La perseveranza fornisce la possibilità di inibire i comportamenti negativi che ostacolano il cammino. La mente inconscia e l’ Ego, che si nutrono di paura e ansia e cercano solo comodità e sicurezza, potrebbero rappresentare un blocco sulla tua strada. Applica la consapevolezza; se siamo in grado di riconoscere il vecchio modello di vita e i suoi limiti possiamo controllarlo e cambiarlo. Non essere troppi duro con se stessi, praticando il perdono piuttosto che l’autocritica. Una mentalità di crescita è elastica e implica momenti di insuccesso e rivalutazione. Se le abitudini acquisite non funzionano bisogna essere pronti a riconsiderarle.

  • Visualizzare (darshan)

A volte riuscire a vedere il traguardo può fare rallentare il ritmo invece di spingerci avanti. Occorrerebbe “ingannare” il proprio cervello e “codificare potenziali ricordi”. Scriviamo una lettera al nostro io di oggi come fosse il nostro io futuro. Immaginare di guardare indietro e ringraziarsi per tutto ciò che abbiamo fatto o sacrificato per raggiungere i propri obiettivi e assicurarsi di riconoscere quanto ne sia valsa la pena.