Prendi un bel respiro e… calmati

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Prendi un bel respiro e… calmati

sintesi di Daniela Chiaramonte

 Francesca Guglielmi è l’autrice dell’articolo “Prendi un bel respiro e… calmati” pubblicato sul n. 98 di Aprile-Maggio 2021 della rivista Vivere lo yoga.

 L’autrice afferma che da quando lo yoga è arrivato in Occidente, la scienza sta studiando la correlazione fra benessere fisico, mentale ed emotivo, indotti dalla pratica di posture e respirazioni. Tuttavia la sapienza millenaria della scienza dello yoga è talmente complessa, che ha aspetti ancora inesplorati, dal momento che non tutto è tangibile e misurabile; una conferma evidente sta nel cambiamento di un’attitudine di vita di chi pratica yoga in maniera costante.

La cultura fortemente materialista ha creato un senso diffuso di malessere, che ha spinto l’uomo ha cercare qualcosa che desse un senso alla propria vita, e lo yoga ha aiutato molte persone a percepire in un modo nuovo la propria esistenza, allentando ansia e depressione.

Gli studi scientifici hanno provato che posture, respirazioni, rilassamento e meditazione agiscono sul sistema nervoso e sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

Tra i vari aspetti dello yoga, è stata studiata una particolare tecnica di respirazione detta “dell’ape ronzante”, la Bharamari pranayama, che ha un effetto calmante sul sistema nervoso. La sua esecuzione prevede la produzione di un suono che accompagna la mente verso uno stato meditativo.

Questa pratica a seconda dei testi viene descritta in due modi leggermente differenti.

Nel primo modo la pratica si fa durante la notte, soli e in silenzio, si chiudono le orecchie con le mani e si eseguono inspirazioni e ritenzioni. Si ascolta dall’orecchio destro un suono interiore di buon auspicio: uno stridere di grilli, un suono di flauto e poi un tuono, un ronzio di api, uno scampanio, un suono di cembali, ecc. Dalla pratica costante scaturisce un suono sempre vario che è la risonanza del suono eterno.

L’altro modo prevede un’inspirazione molto violenta che produce un suono simile al ronzio dell’ape maschio, e un’espirazione molto delicata che produce un suono simile al ronzio dell’ape femmina. Grazie alla pratica di questo esercizio, si proverà beatitudine e piacere.

Nella pratica quotidiana, possiamo sederci comodamente con la schiena dritta, chiudere gli occhi e rilassare i muscoli del viso. Con gli indici creiamo una leggera pressione all’esterno delle orecchie, per isolarci dai suoni esterni. Inspiriamo con il naso ed espiriamo creando con la gola un suono prolungato e omogeneo, simile al ronzio di un’ape, un lungo “mmmm..”. Il suono si diffonde nella parte anteriore del cranio. Possiamo prolungare la pratica per 3-5 minuti. Al termine ci distendiamo supini rimanendo in uno stato di isolamento sensoriale, ad occhi chiusi, in silenzio.