Perché Ripeto i miei Errori? Il Sistema limbico e la memoria emozionale

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Perché Ripeto i miei Errori? Il Sistema limbico e la memoria emozionale

sintesi di Anna Orsini

Roberto Abheeru Berruti – autore dell’articolo pubblicato sul n. 39 della rivista “Vivere lo Yoga” di Maggio-Giugno 2011 – afferma che, curiosamente, sembra che la vita si diverta a riproporci situazioni e problematiche che abbiamo già affrontato e nelle quali non siamo stati vincenti.
La sensazione di essere condannati al fallimento va a minare la nostra sicurezza e la nostra autostima, al punto da provocare turbe psichiche e vere e proprie malattie.
E’ di fondamentale importanza capire il meccanismo con cui il nostro cervello riceve ed elabora le situazioni che possono condurre a ripetizioni comportamentali negative. Interpretazione-emozione-reazione rappresentano gli anelli di una catena che affonda le sue radici in un passato che può essere remoto e, apparentemente, dimenticato.
Eventi che ci hanno ferito in una situazione che non li faceva prevedere possono ingenerare una modalità di difesa che scatta, in maniera automatica, in altre situazioni che il nostro cervello cataloga come simili o affini. Negli animali tutto ciò avviene in modo meccanico e sistematico, ma l’uomo deve essere consapevole che nel proprio cervello esiste una porzione detta “cervello limbico”, preposta alla memorizzazione degli eventi emozionali. L’emisfero destro analizza gli aspetti legati al “sentire”, l’emisfero sinistro al “razionale”.
La sintesi delle due elaborazioni, attraverso il corpo calloso, si fissa al cervello limbico che, senza alcuna elaborazione, si limiterà a catalogarle e ad immagazzinarle nella memoria. In presenza di situazioni simili, o affini a quelle memorizzate, “ordinerà” all’ipotalamo di inviare al sistema endocrino e vegetativo le informazioni relative alla memoria immagazzinata.
Inevitabilmente, si riprodurranno le stesse reazioni ad eventi simili e con gli stessi esiti. L’essere umano, però, possiede una coscienza e una capacità decisionale. Essere consapevoli di stare ripetendo una reazione comportamentale può essere sufficiente ad invertire la rotta. In seguito, sarà necessario una gran mole di lavoro di autoanalisi e di introspezione per individuale l’evento che ha originato la catena e connotarlo in modo positivo, anziché negativo. Il cervello limbico registrerà tale trasformazione e, in presenza di situazioni critiche, invierà informazioni ed impulsi positivi invece che negativi.

Nei casi più complessi, è spesso necessario l’intervento di un terapista specializzato. Claudia Rainville è stata la pioniera nella ricerca della liberazione delle memorie emozionali. I suoi studi sono la base informativa su cui ha fondato la Metamedicina, un metodo innovativo per comprendere e trasformare le manifestazioni fisiche e psichiche.