Parole ispirate

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Parole ispirate

sintesi di Donatella Poggi

Michael Nagler, autore di un articolo pubblicato sulla rivista Yoga Journal di Febbraio 2010,
afferma che “lo yoga è il calmarsi della mente” e ci porta a vivere meglio ed apprezzare le bellezze della vita.

Si può calmare la mente non prestandole attenzione oppure cercare di convogliarla verso un unico flusso di pensieri. Per riuscire a fare ciò si può recitare un mantra (parola o frase da ripetere in totale concentrazione) o meditare su di un brano sacro.

La prima attività del mattino dovrebbe essere proprio questa, in posizione seduta, comoda, occhi chiusi, ripetere silenziosamente il brano od il mantra scelto. Più attenzione si pone alle parole, più il loro significato penetra nella mente, producendo effetti positivi.

Può accadere, mentre si medita, che la mente si distragga: sarà sufficiente riportare l’attenzione sul brano; se la distrazione persiste, bisognerà allora ricominciare la meditazione dall’inizio del testo.

E’ importante che il testo scelto rappresenti valori a noi più gradevoli; nonostante ciò, rimanere troppo sullo stesso brano può vanificare lo scopo della meditazione medesima.

Rallentare la mente e concentrarsi sui brani scelti, li fa diventare parte dell’individuo, portandoci ad una piena padronanza dei propri pensieri. Se però, una volta terminata la meditazione, si riprende lo stesso stile di vita, non solo si sarà vanificato l’effetto raggiunto, ma si sarà creato uno squilibrio nella propria vita.
Ecco che diviene fondamentale associare la meditazione alla pratica degli “Otto Passi” proposti da Eknath Easwaran (pacifista seguace di Gandhi), facenti parte del suo programma volto ad ottenere una migliore qualità di vita.

OTTO PASSI

  • Imparare a rallentare
  • Esercitare l’attenzione
  • Allenare i sensi
  • Mettere gli altri al primo posto
  • Coltivare amicizie spirituali
  • Leggere testi spirituali
  • Recitare mantra
  • Meditare

La meditazione su di un brano sacro da parte degli occidentali, può apparire agli occhi di un orientale, come una preghiera forse perché in Occidente si è più protesi verso la determinazione e le parole che non verso la devozione; ma è proprio all’unione di queste due componenti che mira la meditazione su di un brano sacro.