OM, la sillaba assoluta

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OM, la sillaba assoluta

sintesi di Anna Orsini

Il n. 20 della rivista Yoga Journal del Febbraio 2008 ha pubblicato un articolo di Giampiero Comolli che tratta il tema del mantra. L’articolista afferma che i mantra non sono parole o concetti che appartengono al linguaggio comune, bensì si tratta di suoni sacri che racchiudono l’essenza divina. I mantra non possono essere appresi dai libri, ma devono essere uditi e ricevuti dalla bocca di un maestro, per essere recitati correttamente durante un rito o nella pratica della meditazione.

Il pensiero tradizionale Indiano attribuisce un’importanza fondamentale alla pronuncia di parole e di suoni. Lo stesso Universo, infatti, sorge dalla condensazione sonora di una vibrazione primigenia, di un suono primordiale detto Nada.

Questa sonorità primordiale può essere evocata dalla pronuncia del più sacro, divino e assoluto di tutti i mantra, il suono OM. Esso è generato dalla combinazione di A, U, M e dalla vibrazione indistinta che segue la loro pronuncia e che sfocia nel silenzio.

La lettera A parte dal diaframma ed è presieduta da Brahma, il Creatore. La lettera U, pronunciata a bocca leggermente chiusa, suona verso il palato corrisponde a Vishnù, il Conservatore; la lettera M, nasale a bocca chiusa, è il simbolo di Rudra, Colui che Riassorbe. La scomparsa nella vibrazione e nel silenzio finale esprime Shiva, manifestazione, conservazione e riassorbimento cosmico.

Nella Mandukya Upanishad la sillaba OM “è il Tutto”. Evoca passato, presente e futuro e ciò che li trascende, l’Eternità. Ad essa corrispondono i quattro stati di coscienza (veglia, sogno, sonno profondo, coscienza suprema) che si riscontrano anche nella rappresentazione grafica di questa sillaba divina.
Lo yogi, che in uno stato di totale concentrazione pronuncia l’OM, lascia la sua individualità e si perde nel tutto. Raggiunge l’unità che congiunge corporespiromentecoscienza all’Assoluto che si manifesta nella sillaba OM; sperimenta la reintegrazione totale del sé individuale (atman) con l’energia impersonale (Brahman) che, secondo la spiritualità Indiana, costituisce il fine spremo ed ultimo di ogni esistenza consapevole.