Oltre le posizioni

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Oltre le posizioni

sintesi di Daniela Chiaramonte

Shanti Brancolini è l’autrice dell’articolo “Oltre le posizioni” pubblicato sul n. 151 di maggio 2021 della rivista Yoga Journal. 

L’autrice si chiede come uno yogi moderno può adattare i principi etici alla propria quotidianità, come una disciplina e una filosofia di vita che ha radici così antiche ed elaborate, che si è formata in un contesto culturale e spirituale molto diverso da quello occidentale, può trovare ragion d’essere nel nostro mondo e inserirsi nel nostro frenetico quotidiano.

Si può fare un passo per volta. Si può iniziare magari praticando asana uno/due volte a settimana come semplice attività motoria. Se vogliamo però che lo Yoga diventi parte del nostro stile di vita, dobbiamo introdurre la pratica quotidiana. Perché si riesca in questa piccola grande impresa, dobbiamo iniziare ad adottare uno stile di vita diverso che porta ad un diverso sentire, la motivazione sarà quindi la conseguenza dell’azione e non viceversa.

Ci vuole ovviamente sforzo e determinazione. La pratica quotidiana non è solo esecuzione di asana, pranayama, concentrazione e meditazione, bisogna anche mettere in pratica integralmente tutti gli insegnamenti dello yoga.

Yama e Nyama sono le radici etiche e morali dello Yoga: indicazioni pratiche sul comportamento, nella relazione con noi stessi e con gli altri, prescrizioni fondamentali per orientare le nostre azioni. Migliorare solo un aspetto dello yoga, come ad esempio la respirazione, ci porterebbe ad uno sviluppo disarmonico di noi stessi, il corpo yogico ha una dimensione più vasta di quello anatomico. I vari insegnamenti dello Yoga sono parti di un unico organismo che si sviluppa armoniosamente per realizzare le nostre facoltà fisiche, mentali e spirituali.

Lo Yama è l’insieme dei principi di comportamento sociale: non essere violenti, essere sinceri e onesti, non rubare, restare uniti al Brahman – essenza divina, vivere con ciò che è strettamente necessario.

Lo  Nyama è l’insieme dei principi di comportamento personale: essere contenti e grati, occuparsi della pulizia di sé, studiare sé stessi e i testi sacri, rafforzare la volontà e purificare la mente, allenarsi a fidarsi della vita, arrendendosi al mistero della vita come a un mistero d’amore.

Questi principi non sono mete, ma pratiche nelle quali impegnarsi ogni giorno, in ogni situazione, mantenendo vivo il desiderio di migliorarsi, per direzionare le nostre forse verso l’evoluzione, al fine di dare significato alla nostra vita.

E’ necessario vigilare quotidianamente, confrontando questi principi anche col nostro carattere, con l’educazione o le abitudini che si intendono migliorare. La consapevolezza è il primo passo per potersi correggere, migliorare e progredire. L’autocoscienza è uno straordinario strumento da utilizzare con cura e costanza, senza autogiudicarsi e scoraggiarsi. Bisogna trovare la giusta misura che non ci impegni né troppo, né troppo poco per riuscire a stare al passo del nostro percorso.

L’insegnamento si riceve tramite il sangha, l’incontro e lo scambio con una comunità di praticanti, tramite l’esempio e il sostegno per perseverare in questo cammino bellissimo ma non facile. E’ necessaria anche una guida che ci aiuti ad adattare gli insegnamenti alla nostra unicità, insegnamenti che sennò sarebbero meccanici e vuoti. E che ci aiuti a non cadere nell’inganno che può esserci affidandoci solo al nostro punto di vista e alla nostra limitata comprensione.