Non solo mani

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Non solo mani

sintesi di Donatella Poggi

Silvia Nicodano, sul n. 40 – Settembre/Ottobre 2011 – della rivista Vivere lo Yoga, ha affrontato il complesso tema dei mudra.

L’autrice afferma che con il termine sanscrito mudra si intendono gesti e forme delle dita delle mani che si associano a effetti fisici, psichici, energetici e spirituali.
I mudra sono eseguiti sia con le mani che con altre parti del corpo e molti si avvicinano più a modelli posturali che non alla sola posizione delle mani, anche se questi ultimi sono i più diffusi.
Mudra indica “sigillo”, ma la sua vera essenza è meglio rappresentata dalla parola “Connessione”, creazione di circuiti che permettono all’energia del corpo di fluire lungo percorsi ben definiti e canalizzare il prana proprio là dove vogliamo che esso venga diretto.

Il mudra che solitamente si pratica spontaneamente è Shambavi Mudra, eseguito durante la meditazione, diretto verso il terzo occhio che porta alla stabilità mentale ed all’assenza di pensiero. Elimina rabbia e stress emozionale.

In ogni caso, ogni asana viene considerata un mudra perché crea una canalizzazione di prana. Si creano così Connessioni che, soprattutto, sono un viaggio dentro il sé, dentro quel lato oscuro di noi stessi che non conosciamo e che può non piacerci, ma che è necessario intraprendere per essere autentici, veri.

Il cammino della pratica tradizionale non è sempre breve, comporta uno scossone all’equilibrio che nel corso della vita abbiamo creato per affrontare i vari eventi e le varie situazioni che ci si erano poste davanti.

I mudra ci aiutano a purificare rabbia, dolore e ci permettono di aprire canali e liberare flussi repressi. Tutto ciò non è semplice, ma è necessario.

E’ necessario imparare dagli altri quello che non sappiamo affrontare, è necessario sentirsi piccoli, soli ed estranei a noi stessi. Il traguardo “è una nuova possibilità per la nostra anima” ed i mudra, come compagni fedeli, saranno sempre al nostro fianco.