Meditazione Japa

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Meditazione Japa

sintesi di Anna Orsini

Sul n. 86 di Aprile-Maggio 2019, la rivista Vivere lo Yoga ha pubblicato l’articolo “placare i pensieri con la meditazione japa” a firma di Federica Gorni.

L’autrice afferma che siamo costantemente immersi in un turbinio di pensieri che la nostra mente produce senza sosta.

Alcuni sono leggeri, piacevoli, gioiosi; altri pesanti, insistenti, distruttivi. I pensieri sono potenti e hanno effetti incredibili sul corpo e sulla psiche.

L’autrice sostiene la necessità di allenare la nostra consapevolezza; osservare i pensieri mentre arrivano, riconoscerli, trattenere i positivi e lasciare allontanare i negativi. Occorre costanza, fiducia e pazienza ma non è un operazione impossibile.

Una tecnica molto utile ed efficace è la meditazione japa, la ripetizione di un mantra. L’etimologia del termine mantra significa strumento di liberazione della mente dai pensieri. Il Maestro Swami Sivananda affermava che non esiste Yoga superiore al Japa Yoga.

Esistono migliaia di mantra e diverse modalità di recitazione. Ci sono quattro modi principali di praticare un mantra e noi scegliamo quello che più corrisponde al nostro scopo, alla nostra inclinazione, al momento specifico della nostra giornata.

Vaikari: recitazione a voce alta (permette un maggiore concentrazione);

Upanshu: a voce bassa, sussurrata (per esempio quando siamo in presenza di altri);

Manasika: recitazione mentale, senza vocalizzazione (modalità più sottile e potente. Il mantra come un appiglio che impedisce ai pensieri di catturare l’attenzione della mente);

Likhita: recitazione scritta. Il mantra ripetutamente scritto finché non rimane fissato nel nostro inconscio. Occorre scrivere in modo chiaro e ripetere mentalmente il mantra.

Swami Sivananda affermava che la nostra mente ama le novità. Suggerisce quindi di cambiare modalità di ripetizione.

Affinché un mantra sia efficace occorrono concentrazione, passione e fiducia, pronuncia chiara, posizione del corpo, momento e luogo della pratica.

Swami Sivananda sostiene che persino la ripetizione meccanica di un mantra ha notevoli effetti purificatori sul corpo e sulla mente. Impedire alla mente di focalizzarsi sui pensieri negativi, ci consente di vivere pienamente ogni esperienza, in modo luminoso e senza cupezza.