L’Orologio Interiore

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L’Orologio Interiore

sintesi di Luisa Bafile

In questo articolo, pubblicato sul n. 112 dell’Aprile 2017 di Yoga Journal, si riporta un’intervista condotta da Giuditta Pellegrini al dr. Ram Ratan Singh, medico e insegnante di Yoga Kundalini come trasmesso da Yogi Bhajan.

Il tema è quello del ritmo biologico.

L’orologio interno regola attività biologiche che possono avere un ciclo giornaliero, mensile o stagionale.

Uno dei ritmi fondamentali è quello “circadiano”, che ha una durata di circa 24 ore e che permette l’alternarsi di sonno e veglia. I recettori fotosensibili situati nella retina oculare e collegati al cervello inviano alla ghiandola pineale (o epifisi) informazioni relative alla quantità di luce.

In assenza di luce, la pineale secerne melatonina e questo segnale ormonale induce la ghiandola pituitaria (o ipofisi) a modulare il mix di ormoni circolanti, determinando la qualità del funzionamento di organi e apparati nel senso del riposo. Esattamente l’opposto avviene quando lo stimolo luminoso è intenso.

Questo delicato processo può a volte non funzionare bene, impedendo il riposo o l’attività quando sarebbe il momento. Anche l’avanzare dell’età può disequilibrare il ritmo circadiano procurando malessere, insonnia e stanchezza.

D – Da cosa sono determinati i ritmi circadiani?

R – Sono in gioco due tipi di fattori: quelli ambientali, per i quali il ritmo interno si armonizza al variare del giorno e della notte, e quelli sociali, che variano in relazione agli orari di lavoro e in generale alle proprie abitudini.

D – Come influiscono sulla fisiologia?

R – Per spiegare il ruolo dei ritmi circadiani bisogna prima spiegare un ciclo “infradiano” molto rilevante dal punto di vista yogico. Nello Yoga viene definito “ciclo nasale”, nella letteratura scientifica viene chiamato BRAC (Basic Rest and Activity Circle, cioè ritmo base di alternanza fra attività e riposo). Ogni due ore e mezza nell’organismo si alterna la predominanza della parte parasimpatica del sistema nervoso (deputata al recupero e al risparmio energetico, e quindi al riposo) e della parte simpatica (deputata all’attività e all’analisi, e quindi alla veglia).

Durante il periodo di attività, la narice destra è più aperta e quindi l’apporto di prana è maggiore nel canale che alimenta l’energia solare.

Diversamente, quando l’organismo si dispone al riposo è più aperta la narice sinistra, che lascia fluire la rilassante energia lunare. L’equilibrio fa queste due fasi è fondamentale per il buon rapporto fra sonno e veglia.

Lo Swara Yoga è un’antica scienza che studia il ritmo del respiro nelle sue molte variazioni cicliche dovute a fattori fisici, ambientali e stagionali.

Nell’organismo, il flusso del respiro (appunto, Swara) si differenzia secondo che attraversi la narice sinistra, la narice destra o entrambe contemporaneamente. Dalla variazione dello Swara secondo questi tre flussi correlati alle nadi principali Ida, Pingala e Sushumna, è possibile conoscere quali sono le energie in azione nel corpo, in modo da eseguire le attività più appropriate in quel determinato momento. Ciò significa che abbiamo una grande possibilità di controllo.

Se, ad esempio, ci troviamo nel ciclo del riposto (attività della narice sinistra) ma dobbiamo agire, possiamo chiudere la narice sinistra e respirando solo dalla destra ottenere un surplus di energia. Viceversa, se vogliamo rilassarci o dormire, possiamo chiudere la narice destra e respirare solo dalla sinistra, inducendo uno stato di calma.

D – Come si pone la pratica Yoga rispetto ai cicli nasali?

R – L’organismo tende sempre a raggiungere e mantenere una condizione di equilibrio nonostante i cambiamenti ambientali. Nelle 24 ore accadono 10 cicli nasali. Se però durante il giorno siamo molto attivi e si fa un uso maggiore di energia solare, si crea un disequilibrio dovuto alla maggiore quantità di tempo in cui è stata attiva la narice destra. L’organismo tende a compensare il disequilibrio apprendo la narice che è stata meno utilizzata e questo riequilibrio avviene in due fasce orarie particolari: tra le 4 e le 7 del mattino (ore dell’ambrosia) e tra le 16 e le 19 della sera (ore della preghiera).

Gli Yogi avevano scoperto che lavorare sul bilanciamento durante queste due fasi in cui l’organismo riequilibra il ritmo infradiano del BRAC  permette un controllo metabolico delle dodici ore successive attraverso una azione sul sistema nervoso, endocrino e immunitario. Queste due fasce orarie sono perciò propizie per la pratica yoga.

D – Nel ritmo circadiano giocano un ruolo fondamentale l’epifisi e l’ipofisi. Qual è la loro azione?

R – L’epifisi agisce come un interruttore che attiva o disattiva l’organismo predisponendolo all’azione o al riposo. L’ipofisi svolge l’input dell’epifisi regolando di conseguenza il livello di ormoni circolanti e determinando le attività dei vari organi o apparati.

A livello di fisiologia sottile, l’epifisi ha il compito di portare luce dentro di noi. Nel Siri Guru Granth Sahib (testo sacro del Sikh Dharma e del Kundalini Yoga) è scritto: “la notte è il giorno e il giorno è la notte”.

Dal punto di vista spirituale, il giorno con la sua grande quantità di stimoli e distrazioni è la notte della coscienza, perché è più facile distrarsi e dimenticare chi siamo veramente. La notte, invece, quando le distrazioni e gli stimoli vengono meno aumenta la capacità di entrare in contatto con sé stessi. E’ l’alba della coscienza. Lavorare sull’epifisi attraverso pratiche yogiche consente di risvegliare la nostra consapevolezza, liberando la capacità di captare frequenze di pensiero elevate e di portare luce nella coscienza anche durante il giorno.

D – Come possiamo riequilibrare i cicli circadiani?

R – Lo stress e le abitudini di vita impongono ritmi biologici non naturali. Per riarmonizzarli è necessario lavorare sulla funzione di epifisi e ipofisi.

Nello Yoga, e in particolare nel Kundalini, la pratica e la meditazione si basano sull’equilibrio delle funzioni di queste due ghiandole. Ad esempio, rivolgendo gli occhi al vertice del capo o lavorando sul VII Chakra, viene stimolata l’epifisi. Lavorando sul VI Chakra, nel centro che chiamiamo Ajna o Terzo Occhio, si può stimolare l’ipofisi.

Un’altra azione importante è riconoscere l’attività delle narici e modularla consapevolmente. Ad esempio, con 8 respiri al minuto attiviamo l’ipofisi, con 4 l’epifisi, con 1 respiro al minuto portiamo a completo funzionamento entrambe.

E’ inoltre molto importante il modo in cui ci nutriamo: consumare il pasto principale a pranzo e mangiare poco e almeno due ore prima di coricarsi è fondamentale per mantenere l’armonia del ritmo circadiano. E’ anche importante andare a dormire presto la sera e svegliarsi presto al mattino. Questi comportamenti aiutano l’organismo a mantenere un corretto funzionamento dell’orologio interiore.