L’organismo come strumento per raggiungere l’unificazione con lo spirito

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L’organismo come strumento per raggiungere l’unificazione con lo spirito

di Silvia Ornaghi

Esiste una varietà di cervo che si chiama cervo muschiato. Il suo corpo emana una tale fragranza che il cervo, non sapendo da dove proviene, continua a cercare invano la sorgente di quel profumo che lo inebria. Similmente, noi tutti, stiamo cercando nel mondo, attraverso i sensi esterni, l’origine e la fonte di ogni felicità dimenticando di cercare dentro noi stessi. Come è possibile raggiungere la Sorgente se non impariamo almeno come trovarla?

Un grande maestro indiano racconta spesso questo aneddoto. La mente umana è piuttosto complessa e abituata a essere lasciata libera, spesso tende a passare da un desiderio all’altro creando grande confusione in noi; tutto questo perché è concentrata sull’esterno e non all’interno. La mente non si accontenta di piaceri momentanei ma “deve tuffarsi nel profondo e volare verso altre altezze per scoprire le gioie dell’anima”. Per raggiungere quindi un equilibrio mentale consapevole il lavoro su di sé è fondamentale; dirigendo l’attenzione nel nostro mondo interiore, riusciremo a liberarci dall’aggressione costante dei pensieri che affollano la mente.
Mettiamoci in viaggio: una diligenza trainata da cinque cavalli, un cocchiere che regge le redini e, all’interno un viaggiatore che siede tranquillo. La carrozza rappresenta il corpo fisico; i cavalli sono le emozioni, i sensi spesso tumultuosamente stimolati; il cocchiere che dirige l’andatura e la direzione dei cavalli è la mente; il viaggiatore che conosce la destinazione rappresenta la dimensione spirituale.
Ognuno di questi elementi deve essere dunque pronto per il viaggio. Nulla può essere lasciato al caso. Non possiamo pensare solo ai cavalli o concentrarci su un cocchiere efficiente … la carrozza dovrà avere tutti gli ingranaggi lubrificati e avere una buona struttura; solo così’, se al cocchiere sarà indicata con chiarezza la meta del viaggio, essa sarà raggiunta. Dobbiamo imparare a dare la giusta importanza e valore alla carrozza: il nostro corpo. Prima di tutto conoscendolo a fondo, poi agendo per modificare o mantenere l’assetto e infine imparare ad affidarci alla pratica e rimanerne  ancorati. L’armonia non può dipendere solo dalla psiche, perché l’essere umano è fatto anche di materia; gli organi sono continuamente in “movimento” e di riflesso anche la mente.
Non è più solo una prerogativa della medicina tradizionale cinese correlare gli stati d’animo agli organi: la rabbia con il fegato, la paura con i reni, il pessimismo con l’intestino, la frustrazione con lo stomaco, la tristezza coi polmoni, la freddezza con il cuore, la chiusura con la milza e la sfiducia con il pancreas.
Se l’organo continua a essere in deficit, la mente ne subisce le conseguenze emozionali; il riequilibrio fisico consentirà una progressiva riappropriazione dell’equilibrio emozionale. Per questo riequilibrio uno dei primi passi è quello di affrontare con consapevolezza il modo di alimentarsi, il cibo è lo strumento importante per cambiare le condizioni del nostro corpo in quanto prodotto di quello che mangiamo.
Nella tradizione yogica i cibi sono divisi in tre grosse categorie: i cibi sattvici (cereali, verdure e alcuni legumi) che favoriscono un’attitudine mentale chiara e luminosa, i cibi rajasici (caffè, tè, spezie, cibi piccanti e amari) che inducono la reattività e l’aggressività e i cibi tamasici (alimenti di origine animale, conservati e grassi) che inducono all’inerzia, condizione da cui è facile scivolare nella depressione.
Se l’alimentazione non è in equilibrio con il nostro ambiente e stile di vita, si creeranno eccessi o carenze responsabili dell’insorgere di malesseri, quali stanchezza, affaticamento cronico, dolori, rigidità fino ad arrivare alla degenerazione dell’organismo. Il sangue che fluisce nei tessuti deve essere pulito, ricco di energia e carica vitale, altrimenti un flusso liquido e pieno di grassi, sostanze chimiche e altri eccessi provocherà nel tempo un appesantimento generale e deleterio.
Per prevenire e combattere confusione mentale ed emozioni negative, è consigliabile consumare in prevalenza cibi sattvici, ricchi di energia vitale, come ortaggi e frutta di stagione, cereali integrali; da evitare o ridurre moltissimo invece, i cibi animali: carne , uova., formaggi, latticini e pesce, inoltre zucchero e dolci, compresi zucchero di canna, miele, fruttosio e dolcificanti integrali. La difficoltà della gestione delle emozioni e dei pensieri si può veramente trasformare attraverso l’equilibrio fisico del corpo. Essendo la mente e il corpo parte di un tutto, lavorando per migliorare l’uno, si migliora l’altro.
La Bhagavad Gita, il più importante testo sacro indù che ci racconta lo Yoga, afferma: “Questo corpo è il campo di battaglia”, è proprio anche attraverso il corpo che si raggiunge la pace mentale e dunque l’unificazione con lo spirito. Lavorare con le asana e con il respiro apporta velocemente equilibrio all’organismo; molti studi scientifici rivelano come il controllo del respiro si correli al controllo della mente e come le posture mantenute nella quiete mentale e con un giusto respiro possano riconnetterci al benessere profondo.
La pulizia e la rigenerazione del corpo, attraverso asana e pranayama, fornisce al corpo l’energia indispensabile per metterci sulla via dell’armonia. Lo Yoga come lavoro costante e come “terapia” si sviluppa e si basa sulla capacità rigenerativa propria del nostro organismo e le attiva fortemente.
L’incremento dell’energia che si rende disponibile attraverso la pratica yogica e una giusta e rigorosa alimentazione, dà luogo a un processo accelerato di purificazione , attuata dall’organismo stesso con l’eliminazione di tossine e impurità di ogni tipo.
Scivolare poi con il corpo nella forma del serpente, assumere la fermezza e la monumentalità della montagna, respirare come un pesce, danzare come una dea, alzare le braccia come fossero le ali di un gabbiano, sono esperienze di asana-simbolo che ci mettono in contatto con archetipi e strutture profonde della psiche, con la fisicità della natura da cui siamo sempre più lontani e aiutano la nostra mente a essere più rilassata e disponibile ai processi naturali.

(Articolo pubblicato sul n. 24 della Rivista “Vivere Lo Yoga” Dicembre 2008-Gennaio 2009 editore Cigra 2003 srl Milano che si ringrazia per la gentile concessione)