Lo yoga nelle carceri

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Lo yoga nelle carceri

sintesi di Anna Orsini

Marilena Capuzzimati è l’autrice dell’articolo “Lo yoga nelle carceri”, pubblicato sul n. 113 di Ottobre/Novembre 2023 della rivista Vivere lo Yoga.

Lo Yoga favorisce l’equilibrio psicofisico, riduce l’ansia, l’aggressività, lo stress e la depressione. Diminuisce i problemi legati all’assunzione di sostanze e all’insonnia. La pratica porta a cambiamenti costanti, profondi, irreversibili sul modo di essere e di comunicare.

L’insegnamento e la pratica dello Yoga hanno riportato risultati positivi in tutti gli istituti di pena, sia per i detenuti in attesa di giudizio, sia per quelli che già scontano la condanna.

Il contesto penitenziario è caratterizzato da monotonia, ripetizione continua di attività programmate, riduzione di stimoli e di spazi. Spesso le persone interessate sono molto giovani e senza il conforto della famiglia e la speranza di una soluzione positiva, possono essere condannati a questi estremi (nel 2022 ci sono stati 84 suicidi tra i detenuti).

Lo Yoga può aprire una prospettiva, distrarre da una situazione che appare disperata e portare un po’ di pace.

L’innovazione del metodo attualmente adottato consiste nell’insegnamento dello Yoga esteso anche a tutti gli operatori penitenziari, in quanto, nel contesto penitenziario, sono inevitabili criticità, tensioni, problematiche legate a condizioni psicologiche, sanitarie, sociali che portano ad atmosfere conflittuali.

Lo Yoga si dimostra ancora una volta una terapia vincente per intraprendere i primi passi per una nuova socializzazione.