Lo Yoga della Tradizione

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Lo Yoga della Tradizione

sintesi di Anna Corsini

Articolo di Swami Viranjanda pubblicato sul n. 112 di Vivere lo Yoga Agosto/Settembre 2023

Nel 1893, al primo congresso organizzato dal parlamento delle religioni, la partecipazione di Swami Vivekananda e nei primi anni del novecento la pubblicazione dei libri di Sir John  sul tantra, fecero conoscere lo Yoga e la filisofia Vedanta all’Occidente che era per lo più all’oscuro di questa filosofia di vita. Dopo un avvio lento, da allora lo Yoga ha letteralmente invaso l’Occidente.

Yogananda (Kriya Yoga), Krishnamurti (Società teosofica), Osho (visione del Tantra), Sai Baba (magie), Maharishi Mahesh Yoghi (meditazione trascendentale ) e così via hanno fatto si che , ai giorni nostri , maestri e forme di Yoga siano fra le più fantasiose e ben lontane dal principio originale.

Flying Yoga, Acrobatic Yoga, Yoga della risata, della sedia, per anziani, per bambini; walking meditation, Klimbing meditation, mindfulness meditation. Possiamo sceglere veramente approfittando di un bel ventaglio di offerte. Ma tutto ciò è da ricondurre, anche solo vagamente, agli Yoga Sutra o alla BhagavadGita?

Per loro stessa ammissione, molti di questi “maestri orientali” cercano fama e guadagni. Non sapendo come vendere un prodotto serio e impegnativo come lo Yoga, cercano di renderlo gioioso e gradevole, adattandolo a mode e tendenze. Promettendo benessere fisico e spirituale con poco sforzo e approfittando della fondamentale superficialità della gente, molti “insegnanti” Yoga si sono improvvisati psicoterapeuti, esperti di piante e medicina naturale, personal trainer, counselor e così via.

Purtroppo le persone che si rivolgono a questi “esperti” molto spesso hanno davvero un gran bisogno di guide qualificate e sicure. Lo Yoga non è un “hobby” che va di moda. Non è una ginnastica, ma uno stile di vita. Non è un divertimento, ma un impegno.

La tradizione dice che lo “Yoga” è un “dono divino” e in quanto tale dovrebbe essere donato. E’ chiaro che nel nostro tempo e nella nostra società, così come essa è organizzata, ciò non è possibile, ma almeno non dovrebbe essere oggetto di speculazione.