L’altra faccia della paura

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L’altra faccia della paura

sintesi di Anna Orsini

Sally Kempton è l’autrice di un articolo apparso sul n. 92 – aprile 2015 – della rivista Yoga Journal sul tema della paura.

L’autrice condivide un’indagine che di recente ha svolto su varie persone. L’indagine mirava ad evidenziare cosa le persone intervistate ritenessero di maggiore ostacolo alla propria crescita personale. Il 90% ha risposto: la paura.

L’autrice afferma che questo sentimento non dovrebbe rendere passivi o inermi, bensì diventare uno stimolo per una naturale evoluzione. Occorre imparare a conoscere la paura e i suoi vari aspetti, lavorarci insieme, usarla.

La meditazione è un viaggio attraverso vari stati della psiche. Appena varcato il livello più superficiale della consapevolezza si incontra il subconscio .L’immagine confusa di sé che si presenta è permeata da sentimenti di infelicità, rabbia, sensi di colpa,irritazione, tristezza e, soprattutto, di ansia.

La meditazione, creando uno spazio di vuoto consapevole attorno a noi, aiuta a gestire questa agitazione.

La paura spesso scaturisce da un problema di equilibrio fra il nostro sé e l’ego. L’Ego da significato alle informazioni che riceviamo dai sensi, determina la nostra collocazione e la nostra identità, filtra anche esperienze precedenti, educazione, tradizione, cultura. Elabora strategie di preservazione della nostra identità e, perciò, è così sospettoso nei confronti di tutto ciò che è spontaneo e creativo.

L’Ego crea rigide strutture nella mente e nel corpo apparentemente protettivi, in realtà estremamente limitanti. E’ attraverso il meccanismo del controllo e della performance che l’Ego svolge la sua funzione protettiva. La paura nasce dal non sentirci all’altezza delle sue direttive.

Entrando nella meditazione profonda non sentiamo più il senso di separazione dagli altri, dal mondo, bensì un senso di appartenenza al meraviglioso svolgersi della vita.

La paura è un meccanismo dell’Ego che detesta ciò che non controlla, la malattia, il dolore, la morte che sono comunque parte inevitabile della vita.

La paura non è qualcosa di concreto, solido, permanente. Può dissolversi, può essere trasparente, non risiede in alcuna parte del nostro corpo.

La meditazione non mette al riparo dalla malattia, dal dolore o dalla morte, ma può aiutarci a metterci al riparo dalla paura. Accogliere con fiducia e quasi con il sorriso ciò che di più duro può proporci la vita, è accogliere la vita stessa. La paura è un inutile fardello di cui dobbiamo liberarci.