La voce dello yoga

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La voce dello yoga

sintesi di Valentina Claudi

Monic Mastroianni e Nico Luce sono gli autori dell’articolo “La voce dello yoga” pubblicato sul n. 136 di Settembre 2019 della rivista Yoga Journal.

Durante una lezione di yoga gli allievi vengono guidati attraverso un processo orale, durante il quale, secondo la filosofia orientale, l’insegnante non dovrebbe praticare, bensì guardare con attenzione la classe, guidando con le parole giuste e permettendo agli allievi di interiorizzare l’esperienza, senza essere disturbati dal senso della vista. Questo permette a chi pratica di sviluppare una propria individuale capacità di sentire dove e come il corpo è posto nello spazio, e di essere maggiormente in contatto con il momento presente.

Per quanto riguarda il linguaggio dell’insegnante di Yoga, gli autori individuano quattro qualità importanti che dovrebbero caratterizzarlo:

– “diretto e imperativo”: usando la seconda persona plurale (voi) che permette all’allievo di eseguire senza attivare troppo il pensiero

– “chiaro e semplice”: usando poche parole, e di uso comune, non troppo tecniche

– ”positivo”: descrivere ciò che l’insegnante desidera vedere nel corpo di chi pratica, piuttosto che ciò che “Non” vuol vedere

– “ritmico”: a seconda dello stile di yoga che si insegna, occorre bilanciare le parole, concedendo più dettagli e descrizioni in stili di pratica più lenti, e diventando sintetici ed essenziali in quelle più dinamiche.

In una classe di Yoga per formulare le frasi che danno le istruzioni agli allievi esiste un ordine, considerato dagli autori particolarmente efficace, ed è: respiro, verbo, descrizione della parte del corpo da muovere e direzione del movimento.

Prima di far entrare gli allievi in un asana occorre descrivere la forma generale della postura, partendo dalle fondamenta del corpo e muovendosi verso l’alto e da dietro in avanti.

In una lezione di yoga sarebbe ottimale trovare una danza armonica tra un linguaggio attivo, che arriva come un comando e parla al corpo e alla mente, ad uno maggiormente passivo, che arrivi direttamente ai sensi portando l’allievo a contattare un sentire più sottile.

E’ attraverso la voce dell’insegnante che l’allievo ha modo di fare esperienza del mondo dello yoga, occorre pertanto modulare la voce in base allo stile della classe e al diverso momento, più o meno attivo, di una stessa lezione.

Un’altro aspetto essenziale che un insegnante dovrebbe curare, è la difficoltà dei singoli allievi, anche in una classe numerosa, utilizzando una comunicazione non violenta e che parta dal far sapere alla persona quello che sta facendo bene, per dare poi indicazioni su come può migliorarsi, ma sempre in positivo.