La mente

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La mente

sintesi di Anna Orsini

Articolo molto interessante questo pubblicato sulla rivista Yoga+ di Giugno-Luglio 2007. In esso l’autore valuta in molte e grandi le differenze che intercorrono fra la concezione della mente sviluppata dal pensiero occidentale e quello dello yoga.

Il nostro sistema si fonda su un processo che parte da percezioni fisiche che vengono ordinate dalla Mente Raziocinante in Pensieri. Essi non sono altro che strutture, schemi semplificati, e quindi accettabili per la mente stessa,della realtà esterna. La mente raziocinante non si ferma qui; allontanandosi sempre di più dalla percezione sensoriale diretta, essa crea non soltanto schemi, ma meta-schemi e meta-meta-schemi. Essendo limitata dalla struttura celebrale e, naturalmente, dall’interpretazione, a volte, fallace delle percezioni, finisce per creare un mondo illusorio. In esso gli schemi, i meta-schemi e i meta-meta-schemi non solo sono astrazioni delle percezioni sensoriali, ma possono essere astrazioni di errate interpretazioni percettive che ingenerano una serie di interpretazioni logiche errate. Astrarre in modo illogico provoca situazioni mentale che la Psicologia definisce via via complessi, paranoie, schizofrenia, ecc.

Se ci occupiamo, per esempio, del rapporto fra mente e corpo notiamo che, anche quando utilizza schemi corretti, la mente tende a percepire solo la buccia delle cose e non la loro sostanza, per cui sfrutta il corpo ma non lo valorizza. Con tali tipi di pensieri non possiamo comunicare il nostro mondo interiore, né accedere ad alcunché di reale, profondo e vitale. Ad esempio, nessuna dieta, anche quella prescritta dal miglior dietologo, potrà mai essere efficace quanto quella suggerita dal nostro stesso corpo che, per sua natura, sa ciò che è benefico o nocivo, necessario o superfluo. Il corpo non è in grado di comunicarcelo in quanto la nostra percezione del corpo non è diretta ma passa attraverso astrazioni che generalizzano e non tengono conto della sua individualità e peculiarità.

Lo yoga conferisce un valore primario ad un altro tipo di mente: la Mente Organica o Intelligenza del corpo, definita Facoltà di Conoscenza (Jnanendriya) o Facoltà Sensoriali. Per lo yoga questa mente è in grado di percepire direttamente e di conoscere il Vero attraverso i sensi, a condizione di evitare l’intervento fuorviante della Mente Raziocinante, che viene relegata nella sfera emotiva. Noi, in Occidente, che tanto crediamo nella razionalità, ci troviamo in imbarazzo quando veniamo a contatto con un impulso viscerale che ci attrae verso un oggetto. Fin da bambini, veniamo educati ad “usare” il pensiero astratto, ma anche a “seguire” gli impulsi viscerali che tanto vengono sfruttati, per esempio, dal sistema pubblicitario

Tutto ciò porta una discreta confusione tra razionalità, pulsione viscerale, o sensitività, e intuito, o percezione e diretta della realtà. La pulsione viscerale è un meta-processo, o più spesso un meta-meta-processo, che si verifica nella mente quando quest’ultima si distacca dalla realtà. Sembra provenire dal corpo ma in realtà deriva dalle viscere dove è stata somatizzata da quella parte della mente raziocinante che chiamiamo Inconscio. Tale sensazione viscerale viene associata non solo alla pulsione ma anche alla sensibilità, alla sensitività, all’intuito (per lo yoga, l’intuito è la percezione veritiera). Tradizionalmente tutto ciò viene collocato nell’area destra del cervello, contrapposta all’area sinistra che è sede della Razionalità. Questa interpretazione ottocentesca è stata confutata da vent’anni di tomografia assiale computerizzata che ha dimostrato come ogni pensiero scaturisca da moltissime zone celebrali funzionanti contemporaneamente. L’eterna, e conflittuale, contrapposizione razionalità-intuito appare così assurda. Quando noi “pensiamo” siamo anche un po’ “sensitivi” e, quando “sentiamo”, siamo anche razionali. Ciò che è unitario è nel “Vero”; ciò che è duplice è nell’errore. E’ assurdo insistere sulla duplicità. Lo yoga non tiene in molta considerazione la sensitività perché la giudica passiva e privilegia, invece, l’intuizione iper-razionale che è del tutto attiva. L’intuito è nell’intero corpo, ma simbolicamente non è situato nel cervello, bensì nel cuore e si fonda su di un processo che viene definito Risveglio. Per lo yoga, tutto il corpo pensa attraverso pensieri organici semplicissimi e spontanei. Tutto ciò che chiamiamo pensieri razionali, sentimenti, emozioni, pulsioni, sensazioni, ecc. , sono solo elementi astratti prodotti da una mente inferiore e illusoria. Lo yoga ricerca la mente corporea e ci induce ad utilizzarla per l’intero processo di Reintegrazione. La Mente Organica percepisce attraverso le Facoltà Sensoriali (occhi, orecchie, lingua, pelle, naso) per interagire con il mondo esterno, creando quel processo di astrazione che è il Pensiero Razionalizzante, ma utilizza gli Organi Interni (fegato, cuore, polmoni, intestino, ecc.) per entrare in contatto con i Pensieri Intuitivi, la Sensitività, l’Attività Onirica e con tutti i processi Immaginativi e Ideativi. Risulta determinante che il corpo fisico sia in perfetta salute. La realtà è una, ma riguarda diverse dimensioni. La Facoltà percettiva è una, ma gli organi percettivi cambiano a seconda della dimensione che vanno a percepire. La Mente è una, ma produce pensieri differenti a seconda di cosa va ad indagare. La percezione ottenuta con gli organi sensoriali ordinari dà adito a pensieri astratti, la percezione organica a pensieri concreti e ad una Mente Intuitiva con la quale è possibile penetrare lo yoga.

Nel pensiero yogico, la Mente Raziocinante può creare non pochi problemi e ciò spiega il perché lo yoga necessita di un’istruzione diretta da Maestro a discepolo.