La meditazione come visione

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La meditazione come visione

sintesi di Antonella Spotti

La vista è uno dei più grandi doni di cui disponiamo. Vedere le cose che ci circondano è fonte di piacere ed è certamente il maggiore strumento di direzione; ma come per tutto ciò che abbiamo sin dalla nascita, non ci facciamo più caso, considerandolo un dato di fatto. Così perdiamo velocemente la capacità di guardare con passione, che è la facoltà di osservare con una forte e sensibile curiosità tutto ciò che entra a far parte della nostra vita.

Vedere e guardare non sono la stessa cosa. Possiamo scorgere tutto distrattamente, senza coglierne significati e valori; guardare, invece, implica una condizione vigile e consapevole, che presuppone il piacere di scoprire cose nuove (o rivelare aspetti sorprendenti di ciò che già conosciamo).

Esiste una relazione strettissima tra il senso della vista e la coscienza: la visione oculare è un simbolo della vista interiore, ossia della capacità di cogliere e decodificare la realtà in cui viviamo. Poter vedere implica il trovarsi nella “luce”. Antichi termini come “illuminato” esprimono questo concetto. E’ illuminato colui che è giunto alla visione reale di se stesso. L’immagine dell’illuminismo, per esempio, suggerisce l’idea di un movimento che si compie nella visione del reale (o comunque di una maggiore porzione di realtà).

E’ chiaro a tutti che perdere il senso della vita equivale a una tragedia irrimediabile, perché senza di esso non abbiamo più una direzione e il nostro procedere avviene in modo stentato e lento. Questo vale anche quando non abbiamo una visione profonda e chiara (illuminata) di noi stessi e della vita.

E’ più difficile accorgersi di questo, perché viviamo circondati da persone che sono cieche come noi e, di riflesso, fanno apparire come naturale la nostra condizione di non visione della realtà. Questa assenza è quella che genera sofferenza e disagio nella nostra esistenza.

La meditazione può essere considerata – a tutti gli effetti – il più potente strumento per il recupero della vista interiore. Vedere per capire e capire per sapere che via prendere. A prescindere da tutto quello che sappiamo o abbiamo letto su di essa, possiamo quindi ritenere la meditazione uno straordinario sistema per aprire gli occhi sulla vita. Essa è uno strumento che ci permette di avere grandi intuizioni sui significati più alti dell’esistenza, ma è anche una compagna preziosa per la vita di tutti i giorni. La meditazione è uno stato della coscienza e non una tecnica, ma continueremo a parlarne in termini pratici; collegandola a un metodo, ci permette di giungere progressivamente a uno sviluppo illuminato della coscienza.

Tutti i nostri problemi, aspirazioni, passioni, paure, desideri e ideali sono quotidianamente affrontati attraverso la nostra possibilità o impossibilità di visione. Infatti, usiamo dire: “non riesco a vedere la soluzione del problema”. Noi viviamo in base alla nostra capacità di vedere. La visione della coscienza, la capacità di comprendere o intuire la natura delle cose, influenza in modo totale la vita di ogni essere umano. Noi riusciamo a ottenere un’esistenza brillante e felice, nella misura in cui sappiamo “leggere” gli eventi e cogliere le opportunità, schivando per tempo un certo numero di avversità.

La visione della coscienza pilota l’intera nostra vita e tutto dipende da essa; se capiamo bene questo fatto, comprendiamo subito quale immenso valore può avere la meditazione nella vita di ogni persona. Essa agisce in modo profondo ed efficace. Normalmente, noi viviamo guidati dalle emozioni, che sorgono dalle esperienze passate e dai pensieri, attraverso i quali cerchiamo di costruire il nostro futuro. I pensieri però, non sono mai interamente dissociati dal passato e, per questa ragione, è difficilissimo ottenere una mente creativa, ossia libera dall’idea di “possibile” e “impossibile”; cosa, questa, che limita enormemente ogni aspetto dell’esistenza.

Attraverso la meditazione, invece, apriamo uno spazio molto vasto in noi stessi, nel quale le emozioni e i pensieri connessi a passato e futuro si dissolvono nel presente. In questo nuovo spazio sorge una visione alternativa dei fenomeni osservati, che ci permette di cogliere soluzioni e possibilità altrimenti negate. Cominciamo a vedere tutta una serie di particolari (e a sviluppare una visione d’insieme) che modifica la cartina della percezione di noi stessie della realtà che ci attornia. Il risultato è che disponiamo di un maggior numero di dati, rispetto a chi non sa aprire questo spazio interiore.

Molto concretamente dovremmo imparare a filtrare ogni decisione e progetto dal silenzio della pratica meditativa. Quando non sappiamo come comportarci o come affrontare certe situazioni, o anche nei momenti della vita in cui tutto sembra divenire confuso e non sappiamo che strada prendere, la meditazione è la vera soluzione. Praticandola quotidianamente assisteremo alla nascita di una nuova calma. Essa genera distacco dalle reazioni negative e calma l’acqua delle emozioni e i venti disordinati della mente

Se lasciamo cadere un oggetto sul fondale marino, a una profondità di pochi metri, abbiamo la possibilità di guardare dove si trova e immergerci per recuperarlo. Quando l’acqua è mossa per il cattivo tempo, però, questo diventa impossibile.

La meditazione calma la tempesta e rende nuovamente liscia e cristallina la superficie del mare mentale ed emotivo, consentendoci di vedere chiaramente quello che cerchiamo.

Meditazione è visione; una visione chiara, limpida e onnicomprensiva, ossia meno limitata al particolare, rispetto all’ordinaria percezione dei fenomeni.

Vedere chiaramente è il segreto per vivere meglio e più felici, e anche quello che ci permette di realizzare molti successi nella vita.

Sul piano dei sentimenti, così come nel lavoro – per non parlare dell’acquisizione di una concezione più ampia e filosofica dell’esistenza – imparare a meditare significa aprirsi a una visione più completa e significativa della realtà.

La meditazione è la creazione di un punto di luce consapevole entro noi stessi. Luce che, come abbiamo detto, rappresenta simbolicamente il potere della chiara visione (saggezza). Attraverso l’esperienza e la dilatazione nella visione, questo punto si espande sempre più, sino a creare una stabile condizione di percezione positiva e oggettiva che influenza la mente e le emozioni. E’ questa la nascita di “un principio illuminato”.

(articolo pubblicato sul n. 20 Maggio 2008 della Rivista Vivere lo Yoga editore Cigra 2003 srl Milano che si ringrazia per la gentile concessione)