La Magia del Respiro

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La Magia del Respiro

sintesi di Marco Iannotta

Silvia C. Turrin è l’autrice di un articolo – pubblicato sul n. 58 Settembre-Ottobre 2014 della rivista “vivere lo yoga” – sul tema del respiro.
L’autrice afferma che in una prospettiva prettamente materialista dell’esistenza, assecondare tutte le necessità del proprio corpo, rispondendo ad ogni impulso fisico, sarebbe l’unico modo di vivere questa vita.
Ampliando la propria prospettiva oltre la dimensione corporea è facile capire che esistono aspetti più “sottili” quali l’anima e lo spirito.
Già Platone (427-347 a.C.) aveva intuito che per garantire la salute del corpo è necessario cominciare dalla mente, senza tuttavia commettere l’errore di considerare il corpo umano disgiunto dall’anima.
Il respiro, in quanto atto spontaneo e fisiologico, è quell’elemento in grado di unire le due dimensioni. L’autrice, citando la counselor Paola Bertoldi, indica il respiro come la funzione che più di ogni altra ci leghi alla vita: in nessun modo possiamo evitare di respirare, se non per brevi istanti.
Il respiro veicola il prana, l’energia vitale che sostiene l’esistenza ed è quell’azione ciclica che sostiene tutto l’Universo e da cui ha origine l’universo stesso. Antichi testi induista come le Upanishad affermano che l’uomo vive e si nutre di prana, in un eterno fluire, in un’incessante osmosi tra respiro e la più grande energia vitale.
Il significato stesso della parola, in sanscrito, vuol dire continuo movimento, pra sta per movimento e na indica sempre; prana ed energia vitale sono pertanto essenzialmente sinonimi, senza prana non c’è vita e viceversa.
Una pratica indispensabile per chi intenda seriamente compiere un percorso di meditazione è chiamata Anapanasati (una serie di esercizi che traggono origine direttamente da uno dei discorsi del Buddha) alla cui base vi è l’assoluta consapevolezza del respiro.
Per praticarla ci si pone nella classica postura meditativa e ci si lascia respirare analizzando mentalmente tutte le parti del corpo, cui segue la contemplazione della mente e degli oggetti mentali.
Oltre ad Anapanasati esistono diverse tecniche di Pranayama (parola composta da prana e ayama ovvero estensione o espansione, da cui il significato di estensione o espansione della dimensione del prana) fra le quali è possibile citare Kapalabhati e Ujjayi.
Più di recente, ispirandosi al Pranayama, lo statunitense Leonard Orr ha sviluppato negli anni settanta del secolo scorso il Rebirthing, un metodo che significa rinascita, mentre negli ultimi anni si parla anche di Breathwork, un metodo di conoscenza interiore basato anch’esso sulla respirazione.
Dagli antichi Yogi orientali ai counselor occidentali del nuovo millennio, tutti sono concordi nel sottolineare la centralità del respiro e la capacità di saperlo controllare in modo dolce e consapevole.