Swami Krinyananda, discepolo del grande maestro, spiega i motivi che lo hanno portato a scrivere “Le Rivelazioni di Cristo”
di Elena Puliti
Nell’epoca in cui viviamo, capita sempre più spesso che le istituzioni religiose e politiche si dedichino più al potere, di conseguenza le persone si trovano più confuse o travolte dalle varie forme di fondamentalismo. A causa di questa confusione spirituale Swami Kryananda ha cercato, nel suo ultimo libro “Le rivelazioni di Cristo”, di dare un messaggio contro corrente, divulgando la parola di Cristo nella sua autenticità, attraverso gli insegnamenti di un grande Maestro del XX secolo, Paramahansa Yogananda, venuto dall’Oriente in Occidente proprio per riaccendere le luci della spiritualità.
Da sempre Kryananda ha fatto della ricerca spirituale la ragione stessa della sua vita, facendosi guidare con animo sincero dal suo maestro, con il quale è entrato in sintonia fin dall’età di 22 anni. Per lui la spiritualità è quel viaggio dell’anima alla ricerca del Sé più profondo, che ogni individuo sperimenta quando riesce ad andare oltre l’illusione della sua stessa identità, è qualcosa che supera qualsiasi forma di religione.
In questo libro Kryananda ha scelto di approfondire il messaggio di Gesù perché è una figura universale e non appartiene a nessuna istituzione o popolo. Originariamente, il messaggio di Cristo nasce nella cultura del Medio Oriente e vuole proporsi al mondo perché “il suo regno non è di questo mondo”. Swami Kryananda ha spiegato in un intervista come questo libro può aiutarci a riscoprire la spiritualità attraverso il messaggio cristiano comune a tutti noi occidentali.
In un epoca in cui si sente la necessità di ritrovare la propria spiritualità, che ruolo potrebbe avere questo libro?
Lo scopo di questo libro è specificatamente quello di aiutare e ispirare quegli individui “la cui fede è stata scossa”. E’ rivolto a coloro che comprendono l’importanza di cercare la verità in modo personale, attraverso l’esperienza interiore della verità e di Dio, e che non si accontentano più dei dogmi e delle spiegazioni ufficiali.
Che cos’è la spiritualità?
Spiritualità significa vivere secondo le verità divine, invece di limitarsi a credere in esse. Significa cercare di sintonizzare la propria coscienza con il potenziale più elevato, che ognuno può immaginare per se stesso.
Qual è il legame tra spiritualità e religione?
La spiritualità riguarda soltanto l’individuo. La religione, invece, prevede che l’individuo si conformi a un gruppo. E’ il gruppo a determinare l’orientamento della religione, attraverso le scelte che attua per promuovere quel conformismo. Un individuo potrebbe essere ateo o agnostico ma al tempo stesso profondamente spirituale, perché, nel profondo del proprio essere, aspira a raggiungere le vette dell’autoconsapevolezza (per come lui comprende quel concetto).
Potrà quindi essere generoso, colmo d’amore per il prossimo e perfino gentile, senza tuttavia accettare molti dei dogmi di qualunque Chiesa. Una persona religiosa, d’altro canto, potrebbe credere ardentemente nei valori elevati senza tuttavia metterli in pratica nella propria vita.
La spiritualità è basata sulla esperienza che ognuno ha della vita. La religione, invece, è basata sulle credenze intellettuali o emotive delle persone, e non riguarda necessariamente ciò che è, ma solo quello che si pensa dovrebbe essere.
Quanto può influire la ricerca spirituale, nella vita di tutti i giorni?
Non solo può, ma deve avere un’influenza nella vita quotidiana di una persona. In caso contrario gli altri giungeranno alla conclusione che la sua ricerca spirituale non è viva e reale, ma soltanto il tipo di “ ricerca “ che si fa leggendo dei tomi in una biblioteca.
Perché nel libro la figura di riferimento è Gesù?
Paramhansa Yogananda fu invitato in Occidente con due compiti: “riportare gli insegnamenti originari di Gesù Cristo cosi’ come egli stesso li aveva intesi”; e “riportare gli insegnamenti originali di Krishna sullo Yoga”. Il mio dovere, come discepolo di Yogananda, è quello di proclamare al mondo il suo messaggio. Yogananda si è spinto fino al punto di affermare di essere stato inviato in Occidente con questa missione su richiesta dello stesso Gesù Cristo.
Com’è possibile seguire i veri insegnamenti di Gesù senza distorcerli?
Possiamo essere cristiani sinceri decidendo nel nostro cuore che solo Uno deve essere compiaciuto nelle nostre azioni: Dio, nellaSua manifestazione in forma umana come Gesù Cristo. Le distorsioni avvengono solo come risultato della caparbietà dell’uomo nel voler fare di testa propria, e per il desiderio di far contenti gli altri esseri umani invece di Dio.
E’ possibile ricercare la propria essenza con un approccio più scientifico che spirituale?
L’unico modo di scoprire i segreti più profondi del Sé è attraverso l’esperienza personale. Se questa esperienza diretta è accettata come vera dalla scienza, essa può e deve condurre alla più profonda conoscenza del Sé. Ma se la scienza continuerà ad accettare solo i metodi di indagine razionali e impersonali, potrà solo limitarsi a scalfire la superficie della corretta comprensione delle cose. Solo l’intuizione, non l’analisi razionale, può condurre alla vera comprensione. Cartesio era in errore, poiché la verità è molto più profonda del suo famoso detto “Penso, dunque sono”. La verità è questa: “ Sono consapevole della mia esistenza, e solo per questo motivo sono in grado di formulare questo pensiero”.
Come si può ricercare la fede in noi?
La fede non è una credenza intellettuale. E’ un livello di conoscenza che trascende l’intelletto. E’ esperienza, non una semplice teorizzazione di quell’esperienza. Per quanto riguarda la mia esperienza personale di vita, quello che, più di ogni altra cosa, ha garantito la mia fede è stata una devozione innocente, come quella dei bambini.