Frequenze Sacre

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Frequenze Sacre

sintesi di Marco Iannotta

Andrea Gorzi Zuin è l’autore di un articolo apparso sul n. 94 – Giugno 2015 – della rivista “Yoga Journal” sul tema delle frequenze sacre.

L’autore parte dalla famosa affermazione di Einstein, secondo cui la materia non è altro che energia e, quindi, frequenze, definite come “spostamenti delle particelle intorno alla posizione di riposo di un determinato oggetto, chiamato sorgente del suono”.

Le particelle che si mettono in moto trasmettono il movimento alle altre particelle circostanti e queste a loro volta ad altre ancora, fino ad originare una vera e propria onda sonora.

In tal senso sapori, odori, immagini e percezioni tattili sono tutte rielaborazioni di frequenze effettuate dal nostro cervello; tutto ciò che percepiamo non è altro che un’approssimazione, una versione semplificata di ciò che ci circonda.

D’altro canto l’orecchio umano ha la possibilità di percepire solo frequenze che vanno dai 20 ai 20.000 Hertz (Hz., unità di misura che indica il numero di vibrazioni al secondo) e ciò spiega il perché non siamo in grado di ascoltare che uno spettro limitato di frequenze.

L’autore ci introduce al concetto di “risonanza simpatetica”, ovverossia: ciò che è armonico con una determinata vibrazione risuona assieme ad essa, il che accade quando vi è un rapporto di proporzionalità tra le frequenze.

L’essere umano, così come ogni altra cosa, vivente o meno, visibile o invisibile, emana una serie di frequenze che mettono in moto “per simpatia” le frequenze simili che lo circondano; ciò potrebbe spiegare il perché pensieri ed emozioni positive molto probabilmente attirano accadimenti positivi nel corso della propria vita.

A dispetto dell’opinione di molti, tra cui veri e propri geni della musica come Giuseppe Verdi, nel 1939 su richiesta di una commissione tedesca un congresso internazionale ha stabilito che l’accordatura musicale dovesse essere basata sulla nota LA impostata a 440 Hz. frequenza utilizzata dalle bande militari russe e austriache.

Verdi sosteneva invece la necessità di impostare il LA a 432 Hz. fondamentalmente per esigenze matematiche: partendo infatti da un LA intonato a 432 Hz. si ottiene un DO a 256 Hz. che per effetto di risonanza simpatetica degli armonici della nota produrrà un altro DO a 8 Hz.

Il numero 8 è sempre stato considerato dagli uomini di tutti i tempi una sorta di numero magico, o addirittura sacro oltre che uno dei numeri che più ricorrono in natura sotto una molteplicità di forme: il numero 8, ad esempio, è stato utilizzato nell’architettura delle maggiori civiltà di tutti i tempi (egizia, vedica, buddista, musulmana e rinascimentale) per costruire luoghi sacri, palazzi e fortezze; in occidente, poi, la musica è basata sulle otto note che compongono un’ottava e lo stesso Leonardo Da Vinci utilizzava la matematica dell’8 nella gran parte delle sue opere. Ancora: 8 Hz. è la frequenza di replicazione del DNA, è la frequenza che attiva la ghiandola pineale (ghiandola endocrina del cervello responsabile del corretto funzionamento del ciclo sonno-veglia), è il respiro del pianeta Terra conosciuto anche come Risonanza di Schumann (7,83 Hz), è la frequenza di risonanza dell’idrogeno, nonché la frequenza Alpha emessa dal nostro cervello quando siamo in uno stato di rilassamento.

Nonostante la differenza di 8 Hz. sia quasi impercettibile all’orecchio umano, l’effetto sull’uomo inteso nella sua totalità è sostanziale: la frequenza a 440 Hz. stimola il cervello favorendo uno stato di veglia, eccitazione, allarme e stress; una musica impostata su un LA a 432 Hz., invece, attiva uno stato della mente che favorisce dimensioni più elevate come la creatività, l’apertura mentale, la sensibilità e l’accoglienza.

Ecco perché la musica a 432 Hz. è particolarmente indicata per attività come lo yoga, la meditazione, la visualizzazione e la ricerca del sé. Le vibrazioni generate da un’accordatura siffatta attivano per risonanza simpatetica le frequenze che inducono nel cervello uno stato di presenza e di pienezza.