Fare Pace con il proprio Corpo

You are here: Home / Articoli Yoga / Fare Pace con il proprio Corpo

Fare Pace con il proprio Corpo

sintesi di Anna Orsini

Marina Nasi è autrice di un articolo pubblicato sul n. 80 di Febbraio 2014 della rivista “Yoga Journal” sul tema del disturbo del comportamento alimentare.

L’autrice afferma che tali disturbi (DCA) nascono da un atteggiamento violento ed aggressivo nei confronti del proprio corpo. Ahimsa, non-violenza, è uno dei principi fondamentali dello yoga.

A Bologna – presso l’Ospedale di Sant’Orsola – allo scopo di sostenere la riabilitazione di giovani pazienti con DCA, è nato un laboratorio speciale di yoga.

Una volta la settimana Elena Ricci, ex avvocato, e Laura Ferrari, laurea in Filosofia, tengono un incontro per esplorare con questi pazienti la pratica yoga e anche sé stessi: imparare ad ascoltarsi e a rispettarsi. Da questa pratica è cruciale sottrarre l’elemento “performance”.

Chi soffre di disturbi alimentari spesso lotta per raggiungere un presunto ideale prodotto da un’errata intromissione dell’ego.

Laura Ferrari ritiene che il movimento abbia una direzione energetica e non lo scopo di raggiungere una “posizione”. Rimanere al di sotto del “limite” permette al corpo di stare meglio, al respiro di ampliarsi e di essere agevole e alla posizione di svilupparsi in modo più completo e profondo.

Arrivarci senza sforzo non fa percepire l’esercizio come una conquista individuale, ma come un dono che apre alla condivisione e alla riconnessione con l’esterno. Il corpo va riscoperto e riconsiderato e l’enfasi maggiore è data alla percezione.

Molti pazienti vanno guidati con grande dolcezza a riconciliarsi con il proprio corpo attraverso l’ascolto dei suoi segnali. Particolare cura va posta, da parte delle insegnanti, nella scelta di alcune parole che possono essere “pericolose.” Parole come peso, assaporare, nutrire, aiutano a decontestualizzarle dall’ambito del cibo e a portarle in un altro campo: per esempio invitando ad “assaporare “la posizione.

Ogni incontro cerca di svolgersi in un clima di accoglienza e complicità. L’insegnante non deve essere visto come un guru che fornisce strumenti dall’alto, ma come un essere umano disponibile che cerca di trasmettere un messaggio che può essere utile.

Particolare rilevanza è data all’aspetto ludico. Divertirsi in ciò che si fa è fondamentale per farlo bene.

Quando, alla fine del percorso nell’incontro di fine anno, i ragazzi hanno messo in scena, prendendola in giro e replicandola da cima a fondo, una parodia della lezione di yoga, le insegnanti hanno capito che quella che avevano intrapreso era la strada giusta.