Essere pace

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Essere pace

sintesi di Anna Orsini

Emina Cevro Vukovic richiama, nell’articolo pubblicato sul n. 43 della rivista “yoga journal” di Maggio 2010, il messaggio del monaco buddhista Thich Nhat Hanh.
Thay (in Vietnamita significa “maestro), come amano chiamarlo alcuni suoi amici e discepoli, è nato in Vietnam nel 1926 ed è diventato monaco buddista a 16 anni. Nel 1964 ha svolto durante la guerra in Vietnam una intensa attività in aiuto dei movimenti di resistenza non violenta. Ha militato nei “Corpi di Pace”, ha cercato di coinvolgere nel suo “Buddhismo impegnato”, i potenti della terra, dal Papa a Mac Namara.

Ha trascorso 39 anni in esilio negli Stati Uniti, ha partecipato alle trattative di pace nel 1973 a Parigi e solo dopo ha potuto tornare “in visita” nel suo Paese. Martin Luther King lo aveva proposto nel 1967 per il Nobel per la Pace. Si è stabilito in Francia, presso Bordeaux, dove, nel 1982, ha fondato il Plum Village, comunità di monaci e laici, a cui insegna a vivere in consapevolezza. Ogni anno partecipano ai suoi seminari migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.
Thich Nhat Hanh insegna semplici ma profonde pratiche di “gentile consapevolezza” da attuare nelle relazioni con il prossimo, a partire dalla famiglia, dove dobbiamo“essere Pace”. Usando i termini della tradizione buddista riprende i quattro elementi che, secondo Fromm, caratterizzano l’amore: premure (Maitri), responsabilità (Karuna), rispetto (Mudita), tolleranza (Upeksa). Dobbiamo sviluppare le capacità di ascoltare e vedere profondamente l’altro, alleviare le sue pene senza gravarlo delle nostre, non avere pregiudizi e saper donare gioia e felicità a noi stessi e al nostro prossimo.

Se ci sentiamo in difficoltà dobbiamo tornare “al respiro”,” prendere rifugio nella presenza mentale” “vivere il qui e ora” in piena consapevolezza. Queste capacità si sviluppano nella meditazione. La pratica migliore di meditazione è quella portata avanti con un gruppo di amici “spirituali” detto “ Sangha” Senza “ Sangha “ non mettiamo radici nel Dharma, non risvegliamo il nostro “Buddha”, non trasformiamo la sofferenza in amorevole gentilezza e in gioia. Non c’e gioia senza amore, non c’è amore senza pace mentale. In Italia ci sono 41 gruppi di pratica che seguono gli insegnamenti di questo monaco.