Collo e Testa

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Collo e Testa

sintesi di Annalisa Ceccatelli

Antonella Malaguti, con il suo articolo con la testa sulle spalle pubblicato sul n. 114 di Aprile 2017 della rivista Yoga Journal, affronta il nucleo nevralgico testa e collo.

L’argomento vuole approfondire su quanto lo yoga possa influire sulla nostra salute attraverso le asana che si concentrano sulla testa e sulle spalle.

L’articolo è la sintesi di un’intervista con Mario Longhin, insegnante di yoga e fondatore del metodo Spine Yoga, il quale vede la spina dorsale come la sintesi di ogni aspetto della vita.

L’intervistato afferma che il movimento fisico è in relazione diretta con il cervello e che esista una relazione fra muscoli e sistema nervoso.

Uno squilibrio muscolare, alcuni muscoli troppo contratti altri molto rilassati, sollecita il sistema simpatico in senso tonico e causa disturbi digestivi, del sonno e di relazione.

L’allungamento passivo dei muscoli, stimolato dalla pratica yoga, tende a bilanciare i sistemi simpatico e parasimpatico; tale bilanciamento sfrutta la compressione-distensione, secondo il concetto di pieno-vuoto (dukka-sukka) che applicato all’anatomia umana considera l’osso pieno, e il disco vuoto. L’intera struttura del rachide si presenta come un’alternanza tra pieno e vuoto. La patologia può essere letta come alterazione di tali spazi.

La fascia cervicale è una zona molto importante: struttura che riveste muscoli e organi. Asana, pranayama, mudra e bandha specifiche possono migliorare in modo significativo gli eventuali problemi di vista, udito, memoria, tiroide.

La fascia cervicale nell’area della gola è il punto di incontro del sistema gastrico, respiratorio, ormonale e del rachide cervicale.

Le patologie causate da uno squilibrio in quest’area presentano sintomi quali tosse, faringite, vertigini, disturbi visivi etc. Tali patologie hanno conseguenze sull’organismo, in quanto il ritmo pieno/vuoto della struttura dell’asse verticale del corpo si fonda su una serie di diaframma fra loro connessi. Lo yoga attraverso pratiche definite chiusure (bandha) può equilibrare eventuali squilibri fra i diaframmi.

Il principio pieno/vuoto funziona anche per la scatola cranica. Il dottor W.G. Shutherland negli anni trenta del secolo scorso scoprì la capacità del cranio di espandersi come i polmoni. Eventuali traumi da parto o emotivi possono causare mal di testa, problemi di vista, udito etc.

Secondo Longhin le ossa respirano e sono morbide, possiamo sentirlo durante la meditazione: se il cranio risulta fluido e non contratto, le tempie si espandono durante l’espirazione e si deprimono nell’inspirazione. Tale movimento naturale elimina le tensioni sensoriali, così come gli occhi rilassati implicano assenza di impulsi visivi inviati al cervello.

Il cranio viene definito scrigno della coscienza e della conoscenza; la chiave per aprirlo è il sesto chakra. Questa scatola cranica contiene cervello e ghiandole pituitaria e pineale. Il cervello galleggia nel liquido cefalo rachidiano con una sua pulsazione automatica (movimento respiratorio primario). Il suono del mantra OM lavora su questo liquido la cui vibrazione viene trasmessa all’intero corpo.

L’articolo termina con una raccomandazione: sorridere durante la pratica per rilassare tutti i muscoli facciali.