L’amorevole gentilezza

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L’amorevole gentilezza

sintesi di Daniela Chiaramonte

Antonella Nardone è l’autrice dell’articolo “L’amorevole gentilezza” pubblicato sul n. 37 di febbraio-marzo 2021 della rivista Vivere lo Yoga.

L’autrice inizia con una frase di Buddha “Dovete praticare irraggiando benevolenza senza alcun timore, in tutte le direzioni e verso tutti gli esseri umani. Questa pratica vi aiuterà a superare la paura.”

La benevolenza, o amorevole gentilezza, è frutto di un lavoro interiore nel quale si accettano i propri lati oscuri ma si mantiene salda la direzione verso il bene. E’ necessario avere uno sguardo nuovo con il quale guardare l’altro per non vederlo più minaccioso ma, al pari nostro, una persona che cerca anch’essa benessere e felicità.

Tutti desideriamo essere amati, ma in pochi sono disponibili ad amare.

Nel Buddhismo il concetto Metta, ovvero amorevole gentilezza, è una delle quattro qualità del cuore e della mente che portano alla liberazione, insieme a compassione, gioia compartecipe e equanimità.

Queste qualità dovrebbero essere coltivate insieme alla meditazione, all’etica e alla saggezza.

Pur volendolo però, esistono forze interne inconsapevoli che ci portano all’aggressività, anche perché magari ascoltiamo parole aggressive.

La pratica del Metta ci insegna ad ascoltare e generare parole positive, volte al bene, per predisporre la mente ad assumere una forma analoga. Pronunciare auspici positivi verso se stessi e verso gli altri, anche in forma ritualizzata, aiuta la pratica dell’amorevole gentilezza.

Durante la meditazione possiamo recitare mentalmente un auspicio benevolo indirizzato ad essere liberi dalla sofferenza fisica e mentale, dalla malattia, dai pericoli, dai conflitti, e da tutto ciò che fa star male, sia con formule tradizionali, che rielaborato in modo libero, augurando una vita piena di gioia, pace, felicità e benessere.

Questo auspicio può essere innanzitutto rivolto a noi stessi, per prenderci cura di noi, non come forma di egoismo, ma per poter godere di un benessere interiore necessario per avere energie, disponibilità ed empatia verso gli altri. Possiamo inoltre inviare un Metta a coloro ai quali vogliamo bene, affinché si liberino dalle sofferenze, ma anche per perdonare le loro mancanze e dire grazie per quello che ci hanno donato.

Per aprire il nostro cuore possiamo inviare il nostro augurio benevolo anche a persone che non conosciamo bene, che ci sono indifferenti, così come alle persone cui siamo ostili, che riteniamo sgradevoli o minacciose. Non possiamo liberarci facilmente dei nostri sentimenti, ma possiamo augurare loro di liberarsi dai fattori negativi che probabilmente sono all’origine di comportamenti che riteniamo sbagliati o lesivi nei nostri confronti. Per inviare loro un Metta non serve amarli, ma come dice Buddha, serve a superare la nostra paura.

Infine possiamo augurare di essere liberati dalla sofferenza ed essere felici a tutti gli esseri viventi, a tutte le forme di vita che abitano l’Universo e gli altri Universi, umani e non. Può sembrare astratto, ma se pensiamo che ogni nostro pensiero si trasmette intorno a noi e influenza tutto l’Universo, è un tentativo di  aprire la mente in uno spazio infinito e generare amore.

Nessuno può essere felice se le persone che sono intorno a noi soffrono: Metta aiuta ad aprire mente e cuore, a comprendere l’interdipendenza fra tutti gli esseri e che il proprio bene è legato a quello degli altri.

Augurare agli altri di essere liberi dalla sofferenza è un gran regalo anche a noi stessi.