Ekagrata, la mente lucida

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Ekagrata, la mente lucida

sintesi di Simona Elena Ciaramella

  1. Milletti e F. Cassia sono i co-autori di un articolo, pubblicato sul n.86 (apr-mag. 2019) della rivista “Vivere lo Yoga”, su tema della concentrazione.

L’articolo si apre su una considerazione indiscutibile: i ritmi della contemporaneità ci spingono a incontrare sempre maggiori difficoltà a mantenere la concentrazione necessaria a portare a compimento le nostre azioni.

Viviamo in modo frenetico, ci distraiamo con estrema facilità, sembriamo poco motivati e l’effetto più evidente è quello di disperdere energie preziose e alimentare lo stress. Siamo distratti, inquieti, inefficaci anche quando si tratta di fronteggiare situazioni apparentemente facili.

Dal momento che siamo un «insieme di corpo, mente, emozioni e spirito», siamo anche in grado di rimetterci sulla buona strada; di cambiare abitudini e acquistare maggiore consapevolezza dello scorrere del flusso vitale.

Il primo passo è imparare a concentrarsi su un unico oggetto, a focalizzare la nostra attenzione su un’unica azione per allontanare la mente da ogni fonte di distrazione e imparare, con il tempo e la costanza, a rimanere «assorbiti nell’azione in quanto tale».

In questo modo possiamo sperimentare e godere della consapevolezza di trovarsi nel qui ed ora, ovvero in quello stato di produttività e di creatività in cui siamo in grado di essere più efficaci e fruttuosi.

Per «canalizzare l’attenzione e stabilizzare il flusso mentale», per raggiungere ekagrata, la concentrazione, servono disciplina e pratica perché la nostra mente si comporta un po’ come una scimmia che salta freneticamente da un punto a un altro. I nostri pensieri si presentano caotici e in costante movimento.

Nello stato di ekagrata niente può affollare la nostra mente. La concentrazione ci permette di agire come gocce d’acqua che scavano in profondità, insistendo sempre nello stesso identico punto… e allora focalizzarsi diventa un’azione che si manifesterà anche nel nostro comportamento.

Riuscire a rendere la mente stabile e focalizzata è un modo per ritornare in contatto con il flusso della propria esistenza, anche se il raggiungimento della lucidità mentale è un percorso lungo e faticoso al quale dedicarsi con pazienza, coscienza e determinazione.

Controllare la mente non è facile, forse è impossibile come controllare il vento, spiega Shri Krishna ad Arjuna; solo una pratica costante (abhyasa) in assenza di desideri (vairagya) può condurre l’uomo a un maggior controllo e a una maggiore conoscenza di sé.

«Essere nello stato di ekagrata è immergersi nell’attimo di vita che si sta vivendo, è riportare la mente dal suo vagare all’attimo, all’opportunità di conoscere l’essenza delle cose e praticare l’arte dell’attesa».