Cronobiologia e ritmi circadiani

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Cronobiologia e ritmi circadiani

sintesi di Luisa Bafile

In questo articolo di Silvia C. Turrin, comparso sul n. 87 di giugno-luglio 2019 della rivista “Vivere lo Yoga”, si tratta di cronobiologia, un tema che, dopo le prime ricerche risalenti al XVIII secolo, è stato ripreso e sviluppato da illustri biologi e fisiologi del XX secolo.

Il cosiddetto orologio biologico che regola le funzioni dell’organismo si può riconoscere sul piano fisico (respirazione, battito cardiaco, regolazione della temperatura corporea, ciclo mestruale), sul piano emozionale (felicità, malinconia, nervosismo, depressione), sul piano mentale (concentrazione, distrazione) e sul piano del comportamento. Vi sono ritmi biologici che durano pochi secondi, altri minuti, altri ore o giorni, altri ancora mesi o anni.

Alla fine degli Anni Quaranta del secolo scorso, Franz Halberg coniò il termine “circadiano” per indicare l’andamento di un certo fenomeno nell’arco delle ventiquattr’ore. Più recentemente due studiosi hanno ottenuto il Premio Nobel nel 2017 per aver scoperto i meccanismi molecolari che regolano i ritmi circadiani.

Il ritmo circadiano più noto è quello sonno/veglia, che è collegato all’alternanza notte/giorno e alle variazioni della durata della illuminazione solare. Un altro elemento importante è rappresentato dal ritmo delle stagioni e dalle conseguenti variazioni della temperatura ambientale.

Ad esempio, gli abitanti delle regioni del Nord Europa soffrono spesso in autunno e in inverno del cosiddetto “disturbo affettivo stagionale”, che provoca uno stato malinconico che può sfociare in depressione, strettamente connesso con l’abbassamento della durata delle ore di luce nell’arco della giornata e conseguentemente dei livelli di melatonina nel corpo umano.

L’organizzazione delle attività umane e la “innaturalità” dei ritmi imposti dalla vita sociale e lavorativa non devono distoglierci dal conoscere meglio i propri ritmi biologici. E l’ascolto del proprio corpo, con l’attenzione ai segnali che se ne possono percepire, è una pratica che risveglia una maggiore consapevolezza di sé e aiuta a gestire con maggiore attenzione le proprie giornate.

Ad esempio, possiamo comprendere quando svolgere compiti impegnativi perché il livello di concentrazione è più elevato, o quando è più opportuno concedersi la pratica dello Yoga o della Meditazione. Poche e semplici domande possono aiutare a conoscersi meglio: in quale momento della giornata ci si sente più concentrati? E quando si avverte una diminuzione del livello energetico? E qual è l’influenza del clima e delle stagioni sullo stato d’animo?

Più in dettaglio, sono stati descritti tre “cronotipi”, cioè categorie contrassegnate da specifiche caratteristiche:

  • cronotipo “allodole”: sono persone che si svegliano presto al mattino e si sentono subito in forma e pieni di energia; preferiscono perciò concentrare in questo momento della giornata le attività più impegnative;
  • cronotipo “gufi”: sono persone che al mattino sono stanche e assonnate, fanno fatica a concentrarsi e hanno bisogno di tempo per entrare in azione; preferiscono quindi spostare le attività più importanti nelle ore successive della giornata;
  • cronotipo “colibrì”: sono persone il cui ritmo biologico risente strettamente dell’influsso della luce solare ed hanno un livello energetico che oscilla con alti e bassi durante la giornata.

Dedicare del tempo all’individuazione del proprio cronotipo e quindi alla percezione dei propri livelli energetici sia sul piano fisico che sul piano mentale/emotivo può essere di aiuto nel gestire al meglio le proprie risorse, nel rispetto delle caratteristiche e delle necessità del proprio corpo, organizzando, per quanto possibile, in modo congruente le attività della giornata.