(come presentiamo) lo Yoga per l’età libera

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(come presentiamo) lo Yoga per l’età libera

di Luisa Bafile (*)

In realtà le caratteristiche dello Yoga inteso nel senso più ampio e completo si adattano perfettamente a quella che definiamo “età libera”, quella fase cioè della vita in cui l’aspetto della fisicità, il nostro corpo, è meno efficiente sul piano dell’integrità dell’apparato scheletrico, tendineo, muscolare. E allora, l’aspetto dello yoga del corpo, l’Hatha Yoga, può cedere il passo alle pratiche più sottili: l’osservazione del respiro, la meditazione.

Certo, il punto di partenza è sempre il corpo, il luogo nel quale calarsi con gli organi della percezione rende possibile cogliere il presente, il luogo nel quale l’attenzione vigile e distaccata può percepire le sensazioni fisiche. E’ possibile quindi, quali che siano le condizioni fisiche del corpo, i suoi limiti, le ruggini o le resistenze, permettersi quel tanto di attività fisica che possa mantenerci in contatto con il corpo.

Ogni postura infatti può venire “scomposta” o frazionata in un certo numero di fasi che la rendono adattabile alla reale condizione del corpo, senza che ciò ne sminuisca il significato o il valore per il praticante. Si potrebbe dire, addirittura, che la minore efficienza fisica legata all’età, sia una condizione favorevole per sviluppare una maggiore consapevolezza corporea e una presenza più attenta alla percezione, che non viene catturata dall’intento di ottenere gesti o forme “ideali”.

Il ritmo necessario per assumere le posture può essere rallentato rispetto a quello che può essere sostenuto da un corpo più giovane, ma ciò non toglie nulla all’efficacia della posizione o al senso di appagamento che può essere percepito dal praticante. E invece è l’occasione per esplorare quanto a volte si richieda al proprio corpo, allontanandosi dalla consapevolezza della sua condizione, forzandolo, sfidandolo, pretendendo.

La posizione seduta, che viene proposta con l’aiuto di una sedia o di uno sgabello, è certamente più limitante rispetto a quella a terra, ma è possibile utilizzarla per molte posture che risultano comunque efficaci, una volta liberate dai limiti e dalle resistenze di angoli articolari non sostenibili.

Anche le pratiche di Pranayama o di meditazione sono certamente realizzabili in posizione seduta sullo sgabello: i piedi ben appoggiati a terra, la seduta in equilibrio, il senso della verticalità della colonna vertebrale eretta verso l’alto.

L’esperienza di chi guida una pratica yoga per l’età libera è molto coinvolgente, la relazione con il gruppo e con i singoli partecipanti è necessariamente intima, l’attenzione per le possibilità di ciascuno stimolata ad adattare la pratica e a suggerire percorsi personalizzati. Così la partecipazione personale dell’insegnante va oltre la comunicazione di una tecnica da trasmettere e lo coinvolge sul piano personale, stimolandolo alla ricerca di modalità di esecuzione che siano sempre più attente ed efficaci.

Tutto questo per l’insegnante si traduce in un profondo arricchimento non solo delle conoscenze e delle capacità “tecniche”, ma anche, direi soprattutto, della persona nella sua totalità.

(*) Luisa Bafile insegna yoga dal 2008