Meditare significa Amare

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Meditare significa Amare

sintesi di Anna Orsini

Sul n. 73 della rivista Yogajournal di maggio 2013, Bice Mattioli firma un articolo in cui ripercorre l’esperienza di Sally Kempton – giornalista freelance del New York Times – che all’inizio degli anni “70 sperimentò senza “come” e senza “perché” uno stato di profonda beatitudine che le procurò una specie di shock spirituale che le cambiò la vita.
La consapevolezza spirituale divenne il suo obiettivo e fece in modo che l’incontro con Swami Muktananda – avvenuto due anni dopo – la condusse ad eleggerlo, fino alla sua morte avvenuta nel 1982, come suo guru.
Per venti anni proseguì il cammino nel percorso monastico fino al 2002, anno in cui diventò insegnante di meditazione. A tutt’ora, sono ormai quaranta gli anni in cui Sally rappresenta un punto di riferimento per la divulgazione dell’esplorazione spirituale.
Andrea Boni – suo discepolo e a sua volta insegnante – sottolinea la facilità e semplicità di Sally nell’affrontare e divulgare scritture difficili e argomenti ostici dello yoga, adattando approccio e linguaggio ad ogni singolo e peculiare gruppo di studenti e discepoli.
Per Sally è importantissimo motivare chi si avvicina alla disciplina spiegando come, inizialmente, siano necessari non più di dieci minuti quotidiani da dedicare a qualcosa che sicuramente darà benessere, piacere e gioia. La pratica di base deve essere semplice, regolare e alla fine deve lasciare un senso di sollievo e di piacere.
Scoprire il funzionamento della mente, gli ostacoli che pone, l’affollarsi dei pensieri, accogliendoli benevolmente e riportando la concentrazione sul respiro o sulla ripetizione di un mantra contribuirà ad un progressivo controllo di sé, che ci permetterà di non restare intrappolati nel flusso dei pensieri.
Praticare la meditazione significa concedersi di essere silenziosi e ricettivi verso le sacre energie del cuore. Nel silenzio della meditazione non è solo l’anima a risanarsi, bensì anche il corpo.
Nei workshop che Sally Kempton conduce sono sempre presente hatha yoga, pranayama e meditazione, perché essi si nutrono in modo reciproco. Per essere efficace un insegnante di meditazione, proprio perché ha accumulato abbastanza “esperienza” nella meditazione, perché “comprende” le fasi sottili del processo meditativo e “padroneggia” le tecniche, deve saper “trasmettere” ai propri studenti uno stato meditativo.
L’ostacolo più importante da superare è un Ego che opera contrazioni della consapevolezza che generano nella mente concetti e credenze limitative. Quando l’Ego “molla” il Sé interiore splende in modo naturale.
La comprensione del fatto che il fluire della vita rappresenta l’attività energetica del divino, in continuo movimento (shakti), porta ad imparare ad allinearsi con quel flusso vitale. Ciò limiterà lo stress e il senso di insicurezza che sperimentiamo nel quotidiano.
Agire in armonia con un cambiamento costante è una strada per la gioia. Il cambiamento è inevitabile; è la vita stessa. Esserne consapevoli ci aiuta ad avere sempre meno paura.
Sally Kempton, insieme ad Andrea Boni, ha condotto un seminario a Reggio Emilia dal titolo “tu chiamale se vuoi emozioni: imparare a guidare il cambiamento.”
Obiettivo del seminario è aiutare le persone ad usare le emozioni che nascono dall’energia per liberare mente e corpo, invece che rimanere intrappolati da quelle negative.