Illumina la Vita

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Illumina la Vita

sintesi di Anna Orsini

Sally Kempton con un articolo, pubblicato sul n. 82 della rivista “Yoga Journal” di Aprile 2014, affronta il tema
L’autrice afferma che nel lessico del terzo millennio le parole “essere consapevole”, comprendono un enorme insieme di concetti, che vanno dall’ambientalismo, alla politica, al sociale, dalle aperture al “diverso”, alla sensibilità artistica, alla capacità finanziaria.
Per i saggi indiani del Vedanta e per molti antichi yogi, il senso di consapevolezza era il punto di accesso alla scoperta della verità e anche lo strumento attraverso cui risvegliarla.
Nel corso del tempo l’ideale yogico di coscienza si è molto evoluto. Negli anni “70 lo yoga e la psicologia sembravano opposti. La psicologia si curava della coscienza privata dell’individuo, lo yoga di quello esterna. Dopo quaranta anni ci siamo resi conto che il percorso di consapevolezza richiede un risveglio ad ogni livello, divino e mondano.
Quando ci rendiamo conto che i nostri stati emotivi e i nostri modi di pensare alterano l’esperienza terrena, è il momento di affrontare il viaggio verso la consapevolezza. Se non impariamo a leggere ciò che si manifesta alla superficie della mente e nelle emozioni, se non impariamo a fermare i pensieri che causano sofferenza e a comprendere le motivazioni profonde che la replicano e la proiettano sul mondo, rimarremo sempre alla mercé del nostro inconscio, della zona d’ombra che è in ognuno.
Jung descrisse il fenomeno della “proiezione”, cioè il trasferire sugli altri le proprie motivazioni interne che non vogliamo rivelare alla nostra stessa coscienza. Un modo indiretto per far vivere su di noi ciò che non riveliamo a noi stessi.
Il mondo ci appare attraverso filtri formati da sedimenti non tanto di eventi accaduti, quanto delle emozioni positive o negative che ne sono derivate. La consapevolezza è cercare di prestare attenzione al ruolo da noi giocato negli eventi, avere la forza di riconoscerlo e di accettarlo, ed è ciò che rende liberi.
Lo yoga Vasishtha recita “La tua visione crea la realtà” cosa ormai consolidata nella moderna neuroscienza.
Se non ci prendiamo la responsabilità di lavorare sui percorsi mentali che ci portano a “vedere” la realtà come ce la indicano le nostre paure, la nostra rabbia, la scarsa stima di noi stessi, la sfiducia nella possibilità di un cambiamento positivo, essa sarà davvero creata dalle nostre ombre.
L’osservazione del nostro corpo, l’attenzione ai segnali che ci manda, la convinzione che le emozioni sono nascoste nel corpo e nella sua energia, alloggiano nel cervello e nei muscoli, saranno un aiuto prezioso sulla consapevolezza di sé.
In un attimo possiamo lasciare le cattive abitudini di una vita ed avere ad essa un approccio più vero e luminoso.
Le quattro verità per diventare consapevole.

  1. Le emozioni profonde alterano l’esperienza della realtà
  2. Nessuno può cambiare, se non provvisoriamente, il tuo stato interiore,
  3. Gli stati emotivi dell’inconscio tendono a bloccare il desiderio di liberarsi dai percorsi che generano sofferenza. Aspettative, credenze, traumi, paure sono nate nell’infanzia.
  4. Il momento per liberarsi è sempre ora.